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La voce della Politica
“Pronti per grande mobilitazione contro il governo Meloni anche in Basilicata” |
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7/11/2023 | “Ci apprestiamo ad affrontare una lunga fase di mobilitazione sul territorio regionale contro il governo Meloni, le cui scelte sono avvallate dal governo di centrodestra della Basilicata. Per questo motivo dovremmo essere in tanti a scendere in piazza il 17 novembre con i lavoratori della conoscenza, il personale di scuola, università, ricerca, AFAM, formazione professionale e scuola non statale, tutto il personale della funzione pubblica, dei trasporti e delle Poste, e il 1 dicembre allo sciopero generale indetto con la Uil che ci vedrà in presidio a Potenza davanti alla Regione Basilicata”. Lo ha detto il segretario generale della Camera del Lavoro Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, incontrando i segretari generali provinciali di tutte le categorie.
“Il 17 novembre – ha spiegato Esposito - insieme alle studentesse e agli studenti che in quella stessa giornata si mobiliteranno e alle lavoratrici e ai lavoratori dei settori della conoscenza, della funzione, pubblica, dei trasporti e delle Poste, saremo in piazza per chiedere salario e contratti, cancellazione del precariato, investimenti e stop alle privatizzazioni nei settori della conoscenza. Chiediamo investimenti a partire dal significativo incremento delle risorse per gli organici, il tempo scuola, la ricerca di base e il diritto allo studio, e il blocco immediato di iniziative di disinvestimento come il dimensionamento scolastico, un tema che tocca profondamente la Basilicata che secondo i calcoli della Flc Cgil sarà la regione più colpita con un taglio del 28,7% degli istituti scolastici. Chiediamo anche il blocco immediato dei progetti di autonomia differenziata, con lo stralcio dell’istruzione e della ricerca dalle 23 materie regionalizzabili previste dal ddl Calderoli, che ha avuto l’approvazione della giunta Bardi. Perché investire in conoscenza vuol dire investire sul futuro. Un paese che taglia sulla conoscenza è un paese che taglia il proprio futuro”.
Solo l’inizio di una mobilitazione che coinvolge tutti i lavoratori e le lavoratrici, i giovani, i pensionati e le pensionate, le persone inoccupate e che culminerà il 1 dicembre con lo sciopero generale indetto con la Uil che sarà anticipato il 10 novembre da un attivo unitario.
“Noi chiediamo di alzare i salari, estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani – ha aggiunto Esposito - Non c’è alcuna risposta all’emergenza salariale: hanno annunciato “100 euro in più nelle buste paga”, ma si limitano a confermare quelle in essere, già falcidiate – in media del 17% – da un’inflazione da profitti e speculazione. Hanno detto di “rilanciare la contrattazione collettiva”, ma non stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego e a sostenere e detassare i rinnovi nei settori privati. Hanno dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria, ma continuano a indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo cittadini e personale verso la sanità privata. Tagliano le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali (casa, affitti, bollette, povertà), alla disabilità e non mettono nulla per la non autosufficienza e sul trasporto pubblico locale. Avevano promesso di “cancellare la legge Fornero” e invece la confermano e la peggiorano. Non fanno nulla per il lavoro stabile e di qualità e non intervengono contro la precarietà, anzi: reintroducono i voucher e liberalizzano il lavoro a termine. Nessun investimento concreto per migliorare la vita e il lavoro delle donne: solo propaganda patriarcale e regressiva. Portano avanti una riforma fiscale che – a parità di reddito – tassa di più i salari e le pensioni dei profitti, delle rendite finanziarie e immobiliari, del lavoro autonomo benestante, dei grandi patrimoni e dei redditi alti e altissimi. Non tassano gli extraprofitti e incentivano un’evasione fiscale che, ogni anno, sottrae 100 miliardi di euro alle politiche sociali e di sviluppo del paese. Non investono in salute e sicurezza, nonostante la strage che si consuma ogni giorno nei luoghi di lavoro. Non ci sono politiche industriali e di investimento in grado di creare lavoro buono e ben retribuito soprattutto per i giovani; dare risposte a lavoratrici e lavoratori coinvolti nelle tante crisi aziendali aperte a cui il governo non dà soluzioni; e governare la transizione ambientale, digitale ed energetica: si continua con gli incentivi a pioggia alle imprese e si rilanciano le privatizzazioni. Tagliano gli investimenti pubblici e sulle infrastrutture, dimenticando il Mezzogiorno”, ha concluso il segretario generale della Cgil di Potenza.
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