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Provincia di Potenza: il capogruppo del Pd Rizzo spiega le ragioni del partito

14/12/2022

Antonio Rizzo, sindaco di Viggianello e capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio provinciale di Potenza, ha fatto chiarezza circa quanto avvenuto lunedì scorso in occasione della nomina di Rocco Pappalardo quale vicepresidente: quest’ultimo, con noi, ha escluso fratture interne al Pd riducendo il tutto ad “una eccessiva dialettica”.


Consigliere Rizzo, In cosa non l’hanno convinta le linee programmatiche dettate dal presidente Giordano?
Io lunedì non ero presente alla seduta consiliare per impegni istituzionali a Viggianello, come si evince dai profili social del Comune di Viggianello, ho chiesto di partecipare al Consiglio provinciale in modalità telematica ma non è stato possibile. In Consiglio provinciale è successo quello che è stato riportato dal comunicato della Provincia di Potenza. Un po' di tensioni e un acceso dibattito che poi è anche il sale della politica. Nulla di scandaloso. E’ chiaro che sono gli effetti di alcune scelte politiche ed amministrative non condivise da alcuni consiglieri.
Scelte politiche che mi riguardano anche da vicino essendo coinvolto il gruppo consiliare che ho l’onore di rappresentare. Provo a fare un po' di chiarezza, siccome il linguaggio della verità è sicuramente strada maestra per una corretta narrazione dei fatti, così da evitare conclusioni affrettate e distorte. Il presidente della Provincia ha deciso di nominare un vicepresidente del Partito Democratico, dato anche il forte e decisivo sostegno del PD per la sua elezione. E noi di questo lo ringraziamo. Lo ha comunicato alla maggioranza ed anche al segretario provinciale del PD, Arduino Lospinoso. Subito io ne ho parlato con il segretario provinciale e gli altri componenti del gruppo, Enzo Bufano e Rocco Pappalardo. Per facilitare una sintesi, io mi sono tirato indietro dalla corsa e l’ho chiaramente esposto sia al segretario provinciale che al presidente Giordano ed anche agli altri componenti del gruppo. La sintesi tra Bufano e Pappalardo non si è raggiunta, così abbiamo demandato al segretario provinciale la scelta, dopo analisi ed ascolto di tutte le componenti del Partito Democratico. Il segretario del Partito ci comunica e comunica anche al presidente Giordano, il nome di Enzo Bufano per il ruolo di vicepresidente della Provincia scelto dal Partito Democratico. Il Presidente, decorsi una quindicina di giorni, nomina Rocco Pappalardo.
A seguito di ciò, è chiaro che ci sia un problema politico, ancora irrisolto. Un scelta del presidente opposta a quella indicata dal Partito. Se il presidente della Provincia non considera la decisione del Partito democratico, comunicatagli dal segretario provinciale, è chiaro che il presidente Giordano crea uno strappo con il partito che più di tutti ha contribuito ad eleggerlo. E questo è un passaggio importante, perché non è il PD contro Giordano, è Giordano contro il PD.

Dal comunicato sembra ci sia anche altro.
Oltre a questa questione politica, c’è la questione amministrativa. La Provincia di Potenza convive da anni con un bilancio complesso, figlio anche di scelte errate negli anni precedenti all’ultima riforma ed una pianta organica sempre più esigua con gli uffici ridotti all’osso. A questo si aggiunge la questione del caro bollette che rende drammatico il bilancio della Provincia . Problemi non riconducibili né a questo Consiglio né tantomeno al Presidente Giordano. Nonostante ciò, il Presidente decide di dotarsi di un ufficio di supporto, secondo l’art.90 del TUEL, che porterà ad assumere due unità a stetto ed esclusivo supporto del Presidente. La nostra richiesta era quella di stralciare questo capitolo dalla variazione di bilancio e di evitare queste assunzioni, per noi superflue. Crediamo che prima si debbano espletare le procedure concorsuali e rinforzare gli uffici, risorse già in bilancio per queste assunzioni, e poi, appena risolti i problemi di bilancio, si possa anche procedere alle assunzioni di figure di stretto supporto del presidente, se proprio necessarie. Per onor di cronaca, è giusto ricordare che i precedenti presidenti della Provincia, Valluzzi e Guarino, non avevano nessuno staff a supporto ed erano anche senza nessuna retribuzione personale. La nostra proposta di evitare queste assunzioni che gravano sul bilancio e ritardano le assunzioni negli uffici vuoti della Provincia non è stata accolta dal presidente.
Per tale motivo, data la questione politica e soprattutto la questione amministrativa il nostro voto non poteva essere favorevole.


La nomina di Pappalardo è stata avallata anche dalla presidente dell’Assemblea Provinciale del Pd?
Non ho mai avuto il piacere di parlare con la èresidente dell’assemblea provinciale del PD. Eppure faccio il capogruppo da quasi un anno. Personalmente sono tenuto a comunicare, avvisare ed informare il Segretario provinciale del Partito. Per il resto non conosco ulteriori loro passaggi interni. Questa nomina è sintomatica di una frattura all’interno del Pd, ci sono margini per ricomporla? Rocco Pappalardo è un amico quanto Enzo Bufano. Oltre che colleghi di partito. Sono due risorse importanti del Partito Democratico e della politica lucana. Mi sarei aspettato maggior sostegno verso la sintesi e non un muro contro muro. La mia linea era quella dell’alternanza. Rocco ha fatto il vicepresidente ed anche il Presidente reggente, ora con l’avvento del nuovo Presidente, Enzo avrebbe potuto ben rappresentare il ruolo di vicepresidente. Ma non ci sono fratture, sono piccole divergenze che si sistemeranno. Tra persone di buonsenso succede questo. Poi ovviamente non sarò io a determinare altro, ma ci penserà il partito e l’assemblea.


Per quanto riguarda il rapporto con i 5 stelle, il solco resta aperto?
In queste ore ho sentito tanto parlare di campo largo, campo largo rotto, fratture composte e scomposte. Il Partito Democratico non rompe nessun campo. C’è una scelta di un Presidente di non ascoltare l’indicazione del Partito alleato. Mi pare che questa sia la frattura, che sicuramente non è venuta dal Partito Democratico. Qui non è in gioco l’alleanza PD e M5S, anche perché saranno i segretari di partito a mantenere salde le unioni, qui è in discussione il rapporto tra Christian Giordano e il PD in Consiglio Provinciale. Il tutto a seguito della non curanza verso la scelta di un partito e la non considerazione dell’unità del Consiglio provinciale, che probabilmente non è prioritaria.


In cosa non l’hanno convinta le linee programmatiche dettate dal presidente Giordano?
Io ho duramente criticato la scelta del segretario dell’epoca, Raffaele La Regina, che decise di non candidare nessun Sindaco del Partito Democratico a Presidente della Provincia di Potenza, ma di appoggiare un sindaco di altro partito. Lo feci perché mi giravo intorno e vedevo ottimi Sindaci del PD che avrebbero potuto vincere le elezioni e ben amministrato la Provincia. Quell’accordo tra PD e M5S ha portato alle elezioni di Christian Giordano. Un sindaco capace e che stimavo e stimo, per tale motivo io sento il Presidente Giordano come mio Presidente e del gruppo che rappresento, ma sulle prime scelte politiche ed amministrative non mi trova d’accordo. Il Partito Democratico non esce dalla maggioranza, il PD è partito responsabile e di governo”.

Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it



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