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Avigliano,seminario dal titolo “Fiuto per la Biodiversità: il progetto Life MIPP |
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7/04/2017 | Martedì 11 aprile, alle ore 9.00 presso la Sala convegni del Castello Lagopesole di Avigliano (Potenza), si terrà il seminario dal titolo “Fiuto per la Biodiversità: il progetto Life MIPP” organizzato in collaborazione con l'Ufficio Territoriale Carabinieri per la Biodiversità Forestale di Potenza e l’Università degli Studi della Basilicata nell’ambito di una giornata dedicata agli insetti in cui si parlerà di ecologia, conservazione e specie aliene.
Quattro anni fa prendeva il via il progetto Life “MIPP” (Monitoring of Insects with Public Participation - www.lifemipp.eu) cofinanziato dall’Europa e coordinato dal Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare Carabinieri (ex Corpo Forestale). Obiettivo: sviluppare metodi di monitoraggio per censire le popolazioni italiane di alcune specie di insetti (i coleotteri Osmoderma eremita, Lucanus cervus, Cerambyx cerdo, Rosalia alpina, Morimus asper/funereus; l’ortottero Saga pedo; le farfalle Zerynthia cassandra/polyxena, Parnassius apollo e Lopinga achine) inserite nella “Direttiva Habitat” dell’Unione Europea, disposizione con cui vengono individuati ecosistemi, animali e piante da tutelare per la loro importanza storico/ecologica. Dopo anni di lavoro sul campo e in laboratorio, i ricercatori hanno individuato le tecniche più efficaci per censire gli insetti nei rispettivi habitat disegnando un quadro della loro distribuzione in ottica di conservazione. La sinergia con parchi, enti locali e poli universitari è da sempre un punto di forza del progetto, e il seminario organizzato in collaborazione con l’Università della Basilicata è solo una delle numerose collaborazioni avviate dai ricercatori.
«Raccontare il progetto a cittadini e “addetti ai lavori”, entomologi che si occupano dei nostri stessi insetti o specie affini, è importantissimo per la buona riuscita del progetto stesso - spiega Gloria Antonini, ricercatrice “MIPP” dell’Università “La Sapienza” di Roma - il “MIPP”, infatti, è un progetto di citizen science: chiunque può segnalare l’avvistamento di una delle specie tramite un’applicazione per smartphone o il nostro sito web. Si tratta di insetti facilmente riconoscibili, come la bellissima Rosalia alpina dalla livrea blu a macchie nere o il possente Lucanus cervus che, nei maschi, ha mandibole così sviluppate da sembrare corna di cervo. Anche se ogni specie ha caratteri fenotipici ben identificabili, ogni segnalazione viene sottoposta all’attenzione dei ricercatori e solo se validata finisce in un database del Network Nazionale per la Biodiversità del Ministero Ambiente per poi confluire nei rapporti europei. A oggi, abbiamo ricevuto e confermato 1700 segnalazioni, un risultato raggiunto grazie al lavoro di divulgazione che abbiamo portato avanti su tutto il territorio».
«Anche se non fanno notizia come i grandi mammiferi - continua Antonini - gli insetti sono spesso alla base di una complessa rete di relazioni tra specie all’interno di un ecosistema. Se scompaiono, eventualità tutt’altro che remota visto che molte specie sono già in declino a causa degli stravolgimenti degli habitat per mano soprattutto umana, tutto il “castello” viene giù. Prendiamo i coleotteri studiati dal progetto: le larve vivono nei boschi nutrendosi del legno morto, mentre gli adulti trascorrono la loro esistenza nelle cavità dei vecchi alberi. Il problema è che spesso, per questioni di utilità, il legno morto e i grandi alberi vengono rimossi, una pratica che porta alla distruzione dei microhabitat che sostengono la vita di circa il 30 per cento delle specie di un ecosistema forestale. Ecco perché in questi anni abbiamo censito le popolazioni di questi insetti per meglio capire come e dove intervenire per scongiurarne la scomparsa».
«Nel corso del seminario racconterò anche di una altro aspetto innovativo del progetto, che ha sempre stuzzicato la curiosità del pubblico - conclude la ricercatrice del “MIPP” - sto parlando del cane molecolare Teseo, un Golden retriever addestrato per riconoscere l’odore di frutta matura emesso dal coleottero Osmoderma eremita. Questo insetto, come suggerisce il nome, non si lascia facilmente avvistare, così i ricercatori si affidano al fiuto di Teseo per scovarlo nelle cavità degli alberi in cui si nasconde. Ormai siamo abituati a leggere di cani che “fiutano” droghe, prodotti di contrabbando, specie animali invasive, uomini sepolti da valanghe e persino malattie. Ma è la prima volta in Europa che un cane viene utilizzato per la ricerca di una specie animale da proteggere. Teseo è la star del “MIPP”, tanto che gli abbiamo dedicato una serie a fumetti che distribuiamo negli incontri pubblici o nelle scuole per sensibilizzare i cittadini alla salvaguardia della natura e dei suoi più piccoli ospiti, gli insetti».
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