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A San Severino Lucano un evento per conoscere il lupo

28/12/2016

Si è svolto il 27 dicembre con successo “Il lupo che non conosci”, evento dedicato al lupo, organizzato dall’Ass. Gruppo Lupi di San Severino Lucano, in collaborazione con il relatore (e nostro socio) Antonio Iannibelli, fotografo, naturalista e scrittore originario di San Severino, uno dei curatori del sito italianwildwolf.com e referente dell’associazione culturale “Provediemozi.it”.
Dopo il workshop sui chirotteri di novembre anche quest’ iniziativa si inserisce tra le attività che la nostra associazione dedica alla divulgazione delle tematiche ambientali. Pur essendo un’associazione fondamentalmente “escursionistica”, il Gruppo Lupi ritiene infatti di non limitarsi ad un approccio meramente ludico-sportivo alla montagna. Siamo consapevoli, inoltre, che la conoscenza della natura non debba restare chiusa nelle “aule universitarie” o rimanere prerogativa dei soli ambiti specialistici. Si può dire infatti che anche figure come naturalisti, cacciatori fotografici, guide escursionistiche o semplici appassionati possano agire da “mediatori” apportando un contributo notevole alla divulgazione ambientale, attraverso una trasmissione del sapere che arrivi cioè alle persone comuni. Il lavoro che possono fare le piccole associazioni non va trascurato, per il rapporto simbiotico che queste possono avere con il territorio le risorse motivazionali che stanno dietro alla loro costituzione. L’evento è stato patrocinato dall’AIGAE (Associazione Guide Ambientali Escursionistiche), valido come corso di aggiornamento per i soci iscritti.

Conoscevamo già Antonio per il suo libro “Un cuore tra i lupi”, dove racconta la sua infanzia nel Pollino e la successiva riscoperta della natura selvaggia e del lupo nell’Appennino Tosco-Emiliano, nella terra d’emigrazione dell’autore. Quando Antonio ha deciso di aderire alla nostra associazione, gli abbiamo subito proposto di organizzare una serata sul lupo da tenersi a San Severino, dove si potesse raccontare questo magnifico predatore con sue foto e aneddoti ricavati da un’esperienza decennale di ricerca e studio, sulle tracce dei lupi. Il lupo è presente anche nel logo della nostra associazione e per chi vive sul Pollino è un forte simbolo identitario, che ci lega alla nostra montagna e alla natura selvaggia. Si può dire, in realtà, che anche tra pastori e cacciatori di un tempo (almeno in base ai miei personali ricordi) non ci sia mai stato “odio” per il lupo. Il lupo era (ed è), una forza della natura selvaggia, un po’ come la neve sulle montagne d’inverno… né buono e né cattivo e quindi sfuggente alle nostre categorizzazioni. Come diceva il conservazionista americano Aldo Leopold, dobbiamo sforzarci di “pensare come una montagna”: il lupo è parte dell’equilibrio naturale di un certo habitat, un elemento biologico imprescindibile di un ambiente sano. Appunto per questa sua natura di predatore, la conflittualità con le attività umane era però inevitabile; purtroppo negli anni Settanta le persecuzioni portarono il lupo appenninico in serio pericolo d’estinzione. Ovviamente se si vuole convivere con il lupo è necessario che i diritti degli allevatori vengano sempre rispettati e che (essendo la fauna selvatica proprietà dello Stato) tutta la collettività si “accolli”, per così dire, i costi che eventualmente possono esserci per le comunità locali a causa delle predazioni di bestiame domestico.

Nel suo excursus fotografico Iannibelli ha toccato vari argomenti, dai metodi per riconoscere un lupo ai segni della sua presenza, la biologia e il comportamento sociale, i confitti con l’uomo e altri problemi; in particolare Iannibelli ha inteso sfatare alcuni “miti” sul lupo duri a morire, alimentati purtroppo anche da certi giornalisti con poca preparazione in campo ambientale e alla ricerca del sensazionalismo mediatico. Tanti sono stati gli interventi del pubblico, che ha interagito con il relatore tramite domande e osservazioni che hanno dato vita ad un interessante dibattito.

Un ringraziamento particolare va ad Antonio Iannibelli e ai suoi collaboratori. Si ringraziano tutti quelli che hanno partecipato all’iniziativa, in special modo coloro i quali hanno percorso molti chilometri di distanza per essere presenti all’iniziativa. Ringraziamenti vanno anche a Don Antonio Zaccara per averci concesso la disponibilità del Centro Parrocchiale e alla Pro Loco di San Severino Lucano per la collaborazione.



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