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Etnica Sarmento: il battesimo del centro creativo Val Sarmento |
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6/10/2011 | Il battesimo di fuoco c’è stato. L’avventura socio-culturale nella Val Sarmento di Ulderico Pesce ha avuto inizio. Il “Centro Creativo” respira così a pieni polmoni l’aria dell’arte, della cultura, della storia; quella storia che ha radici profonde, tanto in là nel tempo che si confonde col mito. Un mito che fa gridare al miracolo, un miracolo reso possibile dall’amore della gente che abita questi luoghi, ma anche dall’impegno di sindaci e amministratori, come Anna Santamaria, sindachessa del piccolo centro albanese di San Paolo, felice perché si realizza un sogno. “E il sogno è diventato realtà -racconta emozionata- grazie alla sensibilità e all’affetto verso questi luoghi del presidente Vito De Filippo”, presente alla kermesse. Sulla scena i suoni parlano dei campi di grano, dei pastori, dei contadini, dei ruscelli, dei fiori, dei boschi. Le note delle totarelle, delle ciaramelle, delle zampogne, evocano i profumi delle case, delle cose, strette tra il cielo, i monti e il mare. Un arcobaleno di colori che richiamano alla mente le storie di donne, di uomini, di figli, di amori e passioni, che hanno da sempre scandito il tempo. Musica e balli incorniciati da mani che battono, dagli occhi che sorridono, dai corpi che ti accompagnano a scoprire il giorno, ad amare e a raccontare la terra, quella terra che ti dà il pane, che ti fa andare avanti, ma a volte così avara che ti ruba l’anima e ti fa buttare il sangue. “Etnica Sarmento” ha preso per mano tutti, e con le tammurriate di “IstaManera, dei Vijesh, dei Vjeshi i Shen Paljit e del Coro Regina Anglonensis, sotto lo sguardo attento del maestro Adolfo Cuccaro, ha saputo eccitare i corpi e le menti della gente di un’intera valle che da oggi in poi potrà far conoscere il proprio cammino attraverso il tempo grazie ai suoni, alle parole, ai gesti, al movimento del corpo, un corpo che da queste parti balla il ritmo antico, ancestrale della tarantella, che ti fa sentire, ovunque ci si trovi, tra le mura della propria casa. “Tutto questo si gusterà insieme, come si usa da queste parti. Mentre ai turisti si apriranno gli scrigni di sapere e di artigianato fine”, come ci spiega Ulderico Pesce, che ha condotto la serata. “Bisognerà raccontare -continua- la vita che si conduce in questa terra attraverso la natura, gli alberi, le montagne, mentre il sole si fa largo, tra spazi immensi di silenzio. E in compagnia dell’ozio- racconta ancora- che ti aiuta a riflettere, si guarderanno le mani esperte che sotto gli occhi danno forma e vita a zampogne, a surduline. Tutta la comunità si dovrà specchiare attraverso questa struttura, facendosi guardare da più gente possibile”. Ulderico Pesce parte dalla Valle, ma guarda al di là dei monti e delle colline, auspica una nuova energia, una nuova armonia, capace di dare slancio e vita a un intero territorio; per questo sogno alza il sipario e dà inizio allo spettacolo.
Vincenzo Diego
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