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Recensione "Avanti tutta" di Perotti |
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11/03/2011 | RECENSIONE
AVANTI TUTTA
SIMONE PEROTTI
22011 CHIARE LETTERE
COSTO14 EURO
IL libro dal titolo "Avanti tutta" è un pamphlet sul cambiamento alle porte, su un nuovo ordine esistenziale e sociale.
Contro la paura che è insita in ognuno di noi e ci fa stare male.
Scoprire che si può vivere con poco, fuori dallo schema “lavoro guadagno in un momento di grave crisi come quella che sta attanagliando il nostro paese, spendo” può essere un sollievo personale, ma anche un progetto “politico da condividere.
Suffragato dall’esperienza in azienda e dagli anni trascorsi nella libertà l’autore di questo libro, racconta come si vive fuori (descrive il rapporto tra vita in azienda e vita fuori dove si nota una marcata diversità) con le sue scoperte e, sfata gli stereotipi placando l’animo dei tifosi e contrastaando una a una le obà e dalla sua capacità iezioni dei più critici.
Nel bel saggio di conclusione, le occasioni sprecate e lo spazio da conquistare” in cui afferma che quando sente la Confindustria che parla di crisi e appellarsi
Gli sale un insopprimibile sentimento di rivolta.
Vorrebbe proporre una diffusa agenzia di collocamento.
Il libro si legge d’un fiato per la sua scorrevolezza ed offre anche piste di riflessione su un problema attuale.
All’inizio del libro sono riportati alcuni aforismi che l’autore chiama pretesti.
Nel n° 3 vi è una frase “Se resti dentro sopravvivi, se esci muori” Questa potrebbe essere l’introduzione ma anche la sintesi del significato del libro.
Le società tecnocratiche a capitalismo avanzato sono un’inesauribile fabbrica di bisogni.
Per il profitto e per i profittatori è necessario creare il bisogno affinché il consumo possa perpetuamente realizzarsi.
In queste società lo schema lavoro – guadagno – spesa, include l’uomo in un ingranaggio ferreo ed apparentemente senza uscita.
Eppure l’uscita c’è eccome e “Avanti tutta”la presenta e la ribadisce.
Contro la follia produttiva delle aziende l’inerzia dei lavoratori, dominata dalla paura del cambiamento può avere inizio la lotta per la vera liberazione individuale.
Basta avere il coraggio di rompere la consuetudine.
Il messaggio implicito veicolato dalla paura e dal conformismo collettivo è:
“Se resti dentro sopravvivi, se esci muori”
Bisogna quindi ripartire dall’individuo e dalla sua capacità di emanciparsi per iniziare a rompere quelle catene.
La lotta politica di classe mostra oggi i suoi limiti e non è più affidabile per superare l’alienazione determinata dal rapporto perverso lavoro –guadagno – consumo.
Biagio Gigliotta |
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