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Riserva dei Calanchi di Montalbano,straordinaria valenza geologica e culturale |
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14/10/2014 | Nei giorni scorsi un insolito movimento ha animato il “cuore geologico” della Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico, in Basilicata, istituita nel 2011 per preservare il valore stratigrafico e paleontologico dell’area. Per autorevoli ricercatori, infatti, i Calanchi di Montalbano Jonico sono costituiti da “una successione sedimentaria (prevalentemente di argille) di età tra 1,2 milioni di anni e circa 640 mila anni che bene rappresenta l’espressione fisica della transizione dal Pleistocene inferiore al Pleistocene medio”.
Per purezza geologica e di stratificazione i Calanchi di Montalbano sono stati proposti all’Inqua (International Union for Quaternary Research) per il “Chiodo d’oro” (Golden spyke): un prestigioso riconoscimento internazionale in campo geologico che consente alla località che lo possiede di diventare “area di riferimento” per gli studi geologici e paleontologici di un periodo.
Ad animare i Calanchi di Montalbano, quindi, non è stato il solito gruppo di visitatori guidati tra i sentieri della Riserva ma una nutrita rappresentanza internazionale di ricercatori che ha svolto un accurato sopralluogo del geosito, in occasione del “Field workshop on lower-middle pleistocene transition in Italy”, ospitato presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bari dall’11 al 13 ottobre.
Scopo principale della vista dei ricercatori è stato raccogliere ulteriori e, probabilmente, definitivi elementi per l’assegnazione del “Chiodo d’oro” a cui il Geosito dei Calanchi di Montalbano è candidato come “sezione di riferimento internazionale per lo stratotipo del limite Pleistocene inferiore-medio”.
I risultati del sopralluogo e, più in generale, gli aspetti scientifici che rendono così unico ed importante il sito dei Calanchi di Montalbano Jonico saranno riassunti in un convegno divulgativo organizzato presso l’aula magna dell’ISIS “Pitagora” di Montalbano, mercoledì 15 ottobre, dalle ore 18.00.
La “Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico” – unica al mondo per gli aspetti geologici e paleontologici ma anche di particolare pregio paesaggistico, ambientale, archeologico e culturale - è ormai una realtà ed una opportunità per la comunità montalbanese e l’intera Basilicata che, però, stentano ad prenderne coscienza.
A distanza di quasi 4 anni dalla sua istituzione, infatti, il “Piano di gestione” redatto dalla Provincia di Matera attende ancora di essere approvato dalla Regione; l’Agenzia regionale di promozione turistica continua incredibilmente ad ignorare quest’area; nulla è stato fatto per perimetrare la Riserva; le storiche mulattiere comunali che l’attraversano continuano a versare in stato di abbandono da circa mezzo secolo.
Avviare la gestione della Riserva non è più procrastinabile e sancirebbe concretamente la volontà pubblica di un uso del territorio dei Calanchi alternativo e contrapposto alle trivellazioni ed alle discariche a cui oggi sembrano destinati.
Legambiente continua a credere nell’opportunità di sviluppo che la Riserva rappresenta e per questo continuerà a lavorare, come ha fatto in questi anni, per la valorizzazione dell’area dei Calanchi, con le iniziative portate avanti con professionalità e passione dai volontari del suo Centro di Educazione ambientale “I Calanchi”.
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