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'Il mio nome è Luca Orioli' domani a Potenza |
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24/03/2014 | 26 anni fa, il 23 marzo, moriva a Policoro, all'età di 21 anni, in circostanze mai chiarite, Luca Orioli.
A distanza di tanti anni, per volontà della madre Olimpia ed edito da Laterza, è uscito postumo il bellissimo libro “ Il mio nome è Luca Orioli” che raccoglie le poesie scritte dal giovane dal 1981 al 1988.
Il volume, curato da Franca Coppola ed Isabella Urbano, con la prefazione di Mario Santoro, si avvale anche dei contributi di Olimpia Fuina Orioli (impegnata da anni in una estenuante lotta per avere giustizia e verità), Barbara Benedettelli (giornalista), don Marcello Cozzi (Presidente di Libera).
Dopo il grande successo della presentazione del libro a Matera, Libera Basilicata, la Biblioteca nazionale di Potenza, la Libera Università delle Donne, l’ Azione Cattolica Italiana di Basilicata e la Consulta Provinciale degli Studenti presenteranno il libro presso la Biblioteca Nazionale di Potenza martedì 25 marzo, alle ore 18.00.
Saranno presenti mamma Olimpia, Franca Coppola ed Isabella Urbano (Curatrici del libro), Anna Maria Palermo (Referente Libera Basilicata), Franco Sabia (Direttore Biblioteca Nazionale di Potenza), Caterina Laterza (Casa Editrice Giuseppe Laterza), Mario Santoro (Scrittore), Emilia Simonetti (Libera Università delle donne), Fausto Santangelo ( Delegato Regionale Azione Cattolica Italiana), Federica Giordano (Presidente Consulta degli Studenti), Francesco Altieri (Musicista).
Sono previsti contributi artistici di Valeria Spagnuolo, Franchino Ricciardi, Luca Caricato, Giulio Laurenzi.
“…La lettura dei versi(...)ci rassicura sulla sensibilità del poeta, sul suo bisogno di ergersi sulle punte, di protendere al cielo lo sguardo, di tirar fuori la sua voce, di raccontare e di raccontarsi, di toccare i diversi elementi che compongono il mosaico dei suoi sogni, delle aspirazioni, delle propensioni, degli interrogativi che sono sempre più problematici, di esprimere tutta la forza interiore, a stento trattenuta.(…)E il tema di fondo che permea di sé tutte le poesie resta sempre il senso della vita e della morte con un che di profetico, quasi visione o suggestione, o ancora come indicazione obbligata, condizione tipica di taluni, indipendentemente dagli esiti, più o meno drammatici, dell’esistenza stessa...” (Mario Santoro)
“…La lettura delle poesie di Luca è un viaggio alla scoperta del suo mondo, delle sue passioni, dei suoi pensieri, dei suoi affetti, dei suoi amori, della sua fede, ma anche delle sue paure, della sua rabbia e del suo grido contro l’ingiustizia e le brutture del mondo.
Colpisce la sua grande delicatezza, la sua capacità di leggersi dentro e di avvicinarsi agli altri in maniera empatica, il suo rifiutarsi di restare indifferente al dolore ed alla sofferenza degli uomini, la sua umanità, la sua capacità di attraversare la gamma delle emozioni e di saperle esprimere attraverso i versi.
Con le sue poesie dipinge allora il mare che ama, scrive la musica che ascolta, recita le sue preghiere, percorre le strade e i tratturi della sua terra, ci regala i tramonti, ci fa ascoltare i palpiti del suo cuore, si innamora di belle ragazze, suona le corde della sua chitarra, partecipa alle lotte sociali, denuncia l’ingiustizia, scopre originali e inattesi modi di guardare la realtà, percorre labirinti oscuri, ci precipita negli abissi dell’orrore, ci innalza alla bellezza…
La sua poesia taglia, incide, rivolta, scompone, analizza, coinvolge, sovverte e placa.
I suoi versi diventano drammaticamente profetici della tragedia che lo coinvolgerà e di tutto l’orrore e il dolore conseguente...” (Franca Coppola e Isabella urbano)
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