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Si e’ conclusa la XII edizione di “Teatri di pietra" |
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14/08/2013 | Notevole riscontro di pubblico registrato per l’edizione 2013 della rassegna “Teatri di pietra” il cartellone di rappresentazioni teatrali ambientate nei suggestivi siti archeologici e monumentali lucani promosso e organzzato da “Scenamediterraneo” l’organismo regionale no profit di produzione, promozione e formazione culturale in collaborazione con “CapuAntica festival”.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’associazione culturale Antonio Mantrisi, dal presidente onorario Mariano Paturzo e dal direttore artistico Aurelio Gatti.
A chiudere il sipario una rappresentazione dedicata al simbolo di Napoli: “Pollicinella canti e suoni del rito”.
La maschera più popolare al mondo raccontata in un concerto-spettacolo raffinato e sofisticato dall’associazione culturale Fontana Medina per la regia di Mario Brancaccio nell’ambito del progetto artistico triennale dedicato a “Il Teatro di Luisa Conte”.
Dalla tradizione contadina del mondo popolare a quella in cui nascono le prime maschere, un excursus recitato, suonato, danzato e cantato per analizzare Pulcinella sotto il profilo antropologico e quindi più umano e meno scontato: lo spirito genuino ed arguto ma anche generoso e versatile, il personaggio la cui forma stessa della maschera interpreta le caratteristiche somatiche (e craniometriche) che contraddistinguono il popolo partenopeo dei vicoli.
Insomma il personaggio che, cosciente dei problemi in cui si trova, riesce sempre ad uscirne con un sorriso, prendendosi talvolta gioco dei potenti.
Ma la lucida analisi dello spettacolo portato in scena a Grumento Nova e a Venosa e interpretato da Mario Brancacccio, da Patrizia Spinosi, Michele Bonè, Virgilio Brancaccio e Giuseppe di Colandrea attraversa i secoli della musica partenopea recitata in latino e quindi risalente ai primordi fino al più noto stravolgimento musicale noto come “Matrimonio di Zeza” che segna l’apice del Cinquecento musicale napoletano.
La “zeza” o tipica scenetta carnevalesca cantata al suono del trombone viene associata alla figura di Pulcinella nei disegni dell’incisore francese Callot associato a sua volta a Lucrezia, di cui Zeza ne era il diminutivo.
Da Napoli si diffuse poi, nelle campagne adiacenti e, con caratteri sempre più diversificati, nelle altre regioni del Reame di Napoli.
Almeno fino alla metà dell’Ottocento la Zeza si rappresentava nei cortili dei palazzi, nelle strade, nelle osterie, nelle piazze, senza palco, alla luce di torce a vento, ad opera di popolani, attori occasionali o compagnie di quartiere con l’intento di riproporre a livello popolare il conflitto vecchi- giovani e la relativa ribellione all'autorita' paterna e maritale nei suoi aspetti oppressivi e asociali.
Lo spettacolo-concerto di fontana Medina, culminando nelle “ tammurriate” (le danze etniche partenopee accompagnate dal suono delle nacchere) volutamente non raggiunge i trionfi apportati dalla scuola musicale napoletana nel secolo dei Lumi: l'opera seria e quella buffa, le serenate e gli apparati per le feste borboniche.
“La stesura del nostro spettacolo -ha spiegato il regista e attore Mario Brancaccio- coinvolge lo spettatore in un percorso musicale meno famoso e per questo più ricercato, si esibisce nelle ballate della tamurriate recitate attraverso i miti popolari di San Michele e delle Madonne, coinvolgendo il pubblico alla fine dello spettacolo interpretando i brani più richiesti, senza trascurare la scenografia: quella di un quartiere popolare autentico.”
“E per questo- ha aggiunto Brancaccio- le location all’aperto dei suggestivi siti archeologici come quelli lucani ben si prestano a rappresentazioni come la nostra che inevitabilmente evocano la classicità per il tramandarsi della tradizione culturale orale. ”
La stagione “Teatri di pietra” è stata patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata, dalla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Basilicata e dalla Regione Basilicata- Dipartimento Attività Produttive e Turismo.
Le rappresentazioni sono allestite per tutta l’estate nei siti archeologici di Campania, Sicilia e Lazio. Per consultare il cartellone e per reperire informazioni sulla prevendita dei biglietti : www.teatridipietra.org-
tel 800.02.40.60
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