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Il natale artistico a Castronuovo di Sant'Andrea

5/12/2025

Lunedì 8 dicembre 2025, alle ore 17.00, nella Cappella-casa natia di Sant’Andrea Avellino, si inaugura, come da tradizione, il presepe che ogni anno viene affidato ad un artista contemporaneo. Per il 2025 l’impegno è stato assunto da Ado Brandimarte che, oltre alla realizzazione del manufatto, ha scritto l’introduzione per una corretta lettura della sua opera e una Preghiera a Gesù Bambino che leggerà subito dopo l’inaugurazione.
Scrive Brandimarte: “Il presepe delle mani nasce come omaggio silenzioso agli artigiani e alle loro mani: mani che, per secoli, hanno modellato l’invisibile. Mani rimaste nell’anonimato, ma capaci di dare forma a un immaginario collettivo fatto di gesti ripetuti, quasi preghiere quotidiane. È da questo patrimonio nascosto che prende avvio il lavoro: le mani sono chiamate a interrogare quella tradizione più che a riprodurla.
L’opera si compone di calchi di figure classiche ispirate alla tradizione ottocentesca, un periodo in cui il presepe, grazie alla produzione seriale di figure e stampi, divenne accessibile e riconoscibile, diffondendosi nelle case di molte famiglie. Intorno alla metà del XIX secolo, infatti, l’antico rito domestico del presepe superò la dimensione aristocratica e liturgica per trasformarsi in una pratica popolare, testimonianza di devozione ma anche di mestiere e memoria.
In questo progetto, tuttavia, la tradizione è solo il punto di partenza. Accanto ai calchi delle figure, prendono forma una serie di calchi concettuali, oggetti-simbolo pensati come sintesi dei personaggi: non più semplici rappresentazioni, ma traslazioni poetiche. Così come i Re Magi diventano, rappresentati dalla loro generosità, doni, reliquie di intenzioni più che figure in carne e ossa, altri personaggi trovano la loro trasposizione metaforica.
Il negativo, in questo contesto, non è solo tecnica ma gesto simbolico: un’impronta che custodisce una presenza assente, una forma che sopravvive alla mano che l’ha generata e che è essa stessa generante. È un modo per evocare la continuità dei gesti artigianali e, insieme, l'atto contemporaneo dell’artista che li rilegge, li smonta e li ricompone.
Il presepe delle mani diventa così un dispositivo di trasmissione e trasformazione: il presepe come archivio di gesti, il calco come reliquia contemporanea, la mano: ora dell’artigiano, ora dell’artista, come luogo di memoria e di reinvenzione“.
Brandimarte, come da tradizione, ha scritto anche una “Poesia a Gesù Bambino“ che verrà letta dopo l’inaugurazione.


Ado Brandimarte è nato a Ascoli Piceno nel 1995. Dopo la maturità all’Istituto d’Arte, si laurea con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Collabora con la University of Arts and Design di Cluj-Napoca (Romania), porta avanti la sua ricerca artistica ed il suo spazio indipendente “Officine Brandimarte” di Ascoli Piceno. Fra le molteplici opere pubbliche che ha realizzato si ricordano il “Monumento alle vittime del terremoto di Accumoli” (RI, 2017) ed il “Monumento ai donatori marchigiani di midollo osseo” (AP, 2021). Tra le mostre che ha curato ci sono “Interminati Spazi” presso Galeria Casa Matei a Cluj-Napoca (2025) e “Santa Queer Atto I: la Beatificazione” presso la Cappella Orsini (RO, 2023).Tra i premi che ha vinto, ci sono il “PRS Talent Prize” (2020) e la “Menzione per il concetto espresso” nel “Premio G.B. Salvi” (2018). Tra le residenze ed i workshop a cui ha partecipato ricordiamo “Drawing and Sculptural forms” alla Repin St. Petersburg State Academy Institute of the Russian (2018), ed “Opera Viva - Artista di Quartiere” (TO, 2020). Ha esposto nelle personali “Tutto ciò che non appare, è” (MC) 2023, “Attraverso la materia” (MI, 2021), nelle bipersonali “Past and present” (AN) a cura di Antonello Tolve (2021) e “Ritorno alla Madre” (PA, 2022). Tra le fiere e mostre collettive a cui ha partecipato in Italia e all’estero si ricordano maggiormente “E la mia patria è dove l’erba trema” alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma a cura di Giuseppe Appella (2023); “FlashBack all art is contemporary” (TO, 2021), “BOOMing” (BO, 2020), il “Group Show” al Condominio-Museo (TO, 2019), “Logos Mundi” (MT, 2019) ed “Eastgallery” all’ANRP di Roma (2019).

Subito dopo il presepe, alle 18.30, in Piazza Civiltà Contadina, verrà inaugurata l’installazione di Nino Tricarico che prende a soggetto il grande leccio che domina la piazza e ha per titolo l’Albero di Sale.
Scrive Nino Tricarico: “La natività, nascita di Gesù Redentore, è la festa più importante della religiosità cattolica la cui liturgia indica il mese di dicembre: Tempo di Avvento.
L’albero del sale assume simbolo di desiderio e di speranza. Annunciatore che porta buoni frutti.
È dall’albero che nasce il simbolo sacrale del desiderio che permette l’avverarsi del suo miracolo. Una Sacralità laica, quella nostra, di tutti i giorni, per affermare la nostra presenza nel mondo che non prende ma dona. La fiducia per non perdere la speranza.
Un’attesa che permette di vivere appieno le emozioni di ciò che sta nella natura, sospensione senza tempo, suoni, odori, nuvole profumate intorno a noi, con rinnovata fiducia.
Abbiamo bisogno di fare il nostro lavoro, qualunque esso sia, al meglio delle nostre capacità, con gioia e passione, gioco e amore. Negli antichi testi e nelle tradizioni popolari il Natale è associato all’illuminazione, sicché il Cristiano, illuminato, diventa figlio della luce: “Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri” (Marco (9, 50).
L’installazione del “Sale Sacrale” diventa simbolo del conservare, purificare, depurare come un fuoco che spazza l’impurità, arresta il deterioramento, ferma la decomposizione, allontana la distruzione. Per il credente il sale è luce del mondo, parola e pratica apostolica della chiesa di Roma: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, in modo che vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5, 16).
Sull’albero della piazza di Castronuovo, saranno collocate tante acquasantiere colorate e riempite di sale, mentre dall’alto tre fasci di luce segnano: Padre, Figliolo e Spirito Santo.
In basso, sotto l’albero, saranno collocate vecchie anfore in terracotta colme di sale dalle quali ogni passante potrà prenderne un pizzico da mettere nelle acquasantiere, così che il rito della speranza della pace venga mantenuto vivo.”
Nino Tricarico, nato a Potenza nel 1938, si trasferisce a Napoli per seguire gli studi di Chimica. Contemporaneamente frequenta la cerchia di artisti: Renato Barisani, Armando De Stefano e Domenico Spinosa. A Napoli matura un’idea di arte che rompe da un lato con la tradizione della scuola di Posillipo, dall’altro con la pittura lucana che si ispira a Carlo Levi. La sua pittura si attesta fra naturalismo astratto e astrattismo lirico. Torna in Basilicata per stabilirsi a Potenza. definitivamente. Aide Cuozzo scrive: Tricarico è fra i primi artisti della sua generazione che spezza la tradizione dell’emigrazione intellettuale lucana. La scelta di vivere in una realtà artisticamente marginale non gli impedisce tuttavia di esporre in Italia e nel mondo:  New York, Germania, Svizzera, Olanda, Francia, Grecia, né di stabilire relazioni e collaborazioni con artisti, scrittori e intellettuali italiani e stranieri.  A partire dagli anni Ottanta, insieme a Gerardo di Fiore, Errico Ruotolo, Massimo Bignardi e altri, fonda il gruppo del Nuovo Lirismo italiano. La sua opera continua a svolgersi in più direzioni: installazioni multimediali, dipinti, oggetti scultorei, assemblaggi di materiali diversi. L’happening Agorà 2000. Infinite soluzioni del futuro, svoltosi nella piazza Kléber di Strasburgo nel 1999; la complessa installazione architettonica La Porta del Silenzio, sculture e dipinti a sfondo religioso in occasione del Giubileo del 2000; la performance pittorico-musicale eseguita nel 2003 presso la Terza Università di Roma sono la testimonianza di una costante necessità di adeguare la forma all’evoluzione del tempo. La pittura non è mai abbandonata. Lo attestano le numerose mostre degli ultimi anni: a Matera, dal titolo Infinito bianco presso il Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Lanfranchi nel 2009; a Napoli, Sulla soglia dell’astrazione. Opere scelte, organizzata dal Comune nella sala Carlo V del Maschio Angioino nel 2014; Limen et Lumen nella Galleria Civica di Palazzo Loffredo a Potenza nel 2014;  Nei margini del Lirismo Astratto, al museo FRAC di Baronissi (SA) nel 2015. È stato invitato alla 54ª Biennale di Venezia.
In biblioteca saranno esposti 16 marionette del XVIII sec. e una serie di giochi natalizi della prima metà del Novecento (a partire da una tombola prodotta da Walt Disney), provenienti dalla donazione Bruno Conte di Roma.
Il presepe e l’installazione resteranno esposti fino al 6 gennaio 2025. A seguire, il giorno 16 dicembre 2025, nelle sale del MIG Biblioteca, si inaugurano le mostre “GIACOMO MANZÙ E IL LIBRO D’ARTISTA” e “AUGURI DAL NOVECENTO. 100 biglietti augurali da Picasso a Kounellis”.



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