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In Largo Elisa Claps un’osteria con un menù con portate difficili da digerire |
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4/06/2025 | Un'osteria, pochi tavoli e un menù speciale di 12 portate difficili da digerire. Tra i primi, piatti
bollenti che non scaldano è possibile scegliere il piatto “Beni confiscati” che ha come ingredienti privatizzazione, vendita, regalo ai mafiosi; o “Liberi di corrompere” con ingredienti impunità, corruzione “solidamente” regolata, ancora sistemica e organizzata. Se vuoi scegliere solo un secondo puoi trovare bocconi duri da mandare giù come la ”Legge bavaglio” con ingredienti particolari: divieto di informare, corto circuito dell’informazione, querele temerarie; o “Sovraffolamento delle carceri” con ingredienti: celle sovraffollate, la carenza di personale, la scarsità di attività educative e di reintegrazione. E per ultimo quei dessert dimenticati, ma essenziali come “Verità per le vittime innocenti delle mafie ingredienti”: 80% dei familiari non conosce verità; e “Liberi di scegliere” composto da nessuna tutela per chi vuole fuggire dai contesti mafiosi. L'osteria simbolica è stata inaugurata da Libera con un flash mob in Largo Elisa Claps a Potenza per dare il via alla tappa lucana di “Fame di verità e giustizia” un viaggio a 30 anni dalla nascita di Libera e della sua rete associativa, che attraverserà il Paese, da Nord a Sud e l’Europa con oltre 100 tappe, per animare il dibattito pubblico con l’obiettivo di riscrivere l’agenda in tema di mafie e corruzione, con una funzione di advocacy rispetto alle istituzioni competenti. Una mobilitazione contro le mafie dei potenti e dei colletti bianchi con l’obiettivo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti partendo dai punti dell'agenda civile.
“In un Paese – dichiara Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera - dove lo spazio civico si restringe e la partecipazione viene scoraggiata, mafie e corruzione sono diventate un fatto “normale”, tollerato. In questi trent’anni Libera ha dimostrato che c’è un’alternativa possibile. Costruendo, di tassello in tassello, un mosaico di impegno e liberazione dalle diverse forme di criminalità, che parte dall’impegno di ciascuno e richiama le istituzioni alle proprie responsabilità. Ci sono situazioni e momenti storici in cui stare immobili è una colpa, mentre muoversi è un obbligo morale e una responsabilità civile. Fame di verità e giustizia è il nostro grido per risvegliare l’impegno di quanti credono in un orizzonte libero da mafie e corruzione. È tempo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza del contrasto a mafiosi e corrotti. È tempo di scelte chiare e coraggiose: noi vogliamo fare la nostra parte”.
«In un contesto nazionale sempre più fragile sul fronte della legalità - dichiara Marianna Tamburrino di Libera Basilicata - anche in Basilicata cresce la preoccupazione per l’indebolimento degli strumenti anticorruzione. Dalla cancellazione del reato di abuso d’ufficio alla riduzione dei poteri dell’ANAC e della Corte dei Conti, si assiste a uno smantellamento progressivo delle tutele introdotte dalla legge 190/2012. La fiducia dei cittadini cala, mentre il rischio di opacità e favoritismi aumenta. È urgente rafforzare trasparenza e responsabilità, anche nella nostra regione, attraverso controlli efficaci, formazione sull’etica pubblica e tutela di chi denuncia illeciti. La legalità è un bene comune da difendere». Per la mobilitazione, Libera Basilicata ha scelto infatti proprio i temi della corruzione, quello del diritto alla verità per le vittime innocenti delle mafie, ma anche quello della libertà di informazione: «Le recenti riforme - aggiunge Marianna Tamburrino - limitano il diritto di cronaca e ostacolano il giornalismo d’inchiesta, essenziale per la democrazia e il controllo del potere. Aumentano le restrizioni, ma mancano ancora tutele per chi informa: giornalisti e giornaliste restano esposti a minacce e querele temerarie. Questa deriva riguarda tutti: senza informazione libera e trasparente, vengono meno partecipazione, legalità e giustizia. La Basilicata è una regione piccola nei numeri ma dalle grandi tematiche che necessitano di una informazione libera: dall'ambiente alla criminalità organizzata che, come ha dimostrato anche la recente relazione della Dia, condiziona la regione da aree limitrofe e, parimenti, è caratterizzata da infiltrazioni ormai radicalizzate. Difendere l’articolo 21 della Costituzione significa difendere i diritti di ogni cittadino, anche in una regione come la nostra».
Le proposte
Riutilizzo dei beni confiscati, diritti per le vittime innocenti delle mafie, Libere di scegliere, contrasto alla corruzione, preoccupazione per il DL sicurezza e una giustizia diseguale, promozione dell'educazione come strumento di emancipazione dalle mafie, gioco d'azzardo, ambiente, libertà di informazione, un carcere che rieduchi, disarmare e non armare, contro l'attacco al dissenso, all'autonomia della magistratura e alla democrazia rappresentativa: sono i punti della piattaforma su cui Libera chiede scelte politiche concrete e strutturali, non proclami. Tra questi: norme più efficaci su confisca e riutilizzo sociale dei beni mafiosi; scrivere il diritto alla verità nella carta costituzionale; approvare una regolazione stringente delle situazioni di conflitto di interesse; una nuova strategia nazionale sulle aree a forte povertà educativa; approvare una legge quadro del settore del gioco d'azzardo; tutela e sostegno per chi denuncia e rompe con il crimine; politiche inclusive per chi vive in situazioni di marginalità; inserire nell’ordinamento la direttiva sulle querele temerarie.
Reati spia in Basilicata
C'è un tentativo di smantellare leggi preziose per individuare quei “reati spia” della presenza mafiosa e, a fronte dell’aggravarsi della corruzione, assistiamo a un progressivo allentamento dei freni inibitori sul piano legislativo e dei controlli. Siamo davanti a una giustizia che da un lato mette in campo leggi rigorose nei confronti degli ultimi, dall'altro lato si presenta con le armi spuntate nei confronti della criminalità mafiosa e dei colletti bianchi.
Libera ha elaborato i dati relativi ad alcuni reati spia (reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche), reati che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico. Nel 2024 il dato complessivo dei reati spia in Basilicata è di 1.803. In particolare, 60 estorsioni, 14 casi di riciclaggio, 1.562 truffe e frodi informatiche, 167 delitti informatici.
A Potenza i reati spia sono 1.141, il 63% del totale regionale: si tratta di 44 estorsioni, 10 casi di riciclaggio, 995 truffe e frodi informatiche, 92 delitti informatici. A Matera i reati spia sono 657 pari al 36%: 16 estorsioni, 3 casi di riciclaggio, 563 truffe e frodi informatiche, 75 delitti informatici.
Guardando alla dimensione nazionale, il numero totale in Italia è di 322.071, pari a 822 reati al giorno, 34 ogni ora. Il 50,4% dei reati sono concentrati al Nord, il 28,1% al Sud comprese le isole e il 21,4 % al centro.
Le prossime iniziative in Basilicata
Il viaggio di “Fame di verità e giustizia” dopo Potenza arriverà il 20 giugno a Lagonegro, alle 17.00 nello spiazzo del Tribunale, con un’azione incentrata sui temi della Corruzione. E il 12 luglio alle 10.30 a Matera, in Piazza Vittorio Emanuele, su legge bavaglio e libertà di informazione.
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