Oggi nel mondo della cultura si predilige la passerella, l’apparire, l’ostentazione, spesso, del nulla, a scapito della collettività, la quale avrebbe bisogno di un’autentica e vera cultura della fratellanza, in grado di promuovere valori importanti, quali la solidarietà, l’empatia, la tolleranza, il rispetto delle differenze, della diversità. Il nostro territorio ha bisogno di una nuova linfa, di riattivare energie positive, di rimodulare il presente, di progettare un nuovo e diverso futuro. Necessita , mai come ora, un’etica della responsabilità, racchiusa nella bellissima e significativa espressione “ I CARE”, mi sta a cuore, mi prendo cura, ed è proprio quello che sta facendo dal 2016 l’associazione “Il cielo nella stanza”, tessere, curare relazioni, affrontare tematiche importanti come il bullismo, cyberbullismo e ogni forma di violenza , che genera, inevitabilmente, solitudine, emarginazione, sofferenza. Non esiste umanità che non sia dialogo, empatia, rapporto tra persone; siamo pensiero, ragione che si interroga ed interroga, alchimia di significati, tempo, possibilità, ed è così che si arriva insieme a fare anima, grazie alla caparbietà, passione, alle attenzioni, al desiderio di interfacciarsi con una realtà non sempre facile da comprendere e modificare, della presidente Filomena Iannotta, Lucia De Lillo, Lucia Ferrigno, Lucia Spagnuolo, Maria Berardi, Antonella D’Arino, Giovanna Cirigliano. La vita , come scrisse V. De Morae è l’arte dell’incontro, e oggi pomeriggio l’associazione ha accolto e incuriosito tanti bambini e adulti, desiderosi di incontrare la Befana, tanto attesa e, forse , qualche volta anche temuta. La festa dell’Epifania, termine di derivazione greca, che significa manifestazione, apparizione, celebra la rivelazione di Cristo a tutti i popoli della terra, da parte dei re Magi, il cui cammino diventa simbolo della ricerca di Dio, ma anche del vero senso dell’esistenza. L’uomo è ignoto a se stesso, e il viaggio che dovrebbe intraprendere consiste nella ricerca della sua vera essenza, in poche parole dovrebbe cercarsi e riconoscersi nell’altro, condividere con il prossimo emozioni, gioie, fragilità, sofferenza e speranze, così come ha suggerito di fare la vecchia e tenera Befana, a dispetto di quella moderna, presa totalmente dalle cose materiali, superflue e quindi inutili, ammaliata dalle apparenze e da false promesse. A tutti è piaciuta la disputa, tra i due modi diversi di stare al mondo, di intendere la vita e le cose, ma poi tutto è passato in secondo piano al cospetto dei regali elargiti , con dolcezza e generosità ,dalle Befane a tutti i bambini sognanti e divertiti. È stato bello ed emozionante sentirsi parte integrante di un mondo in cui non c’è nessun gap tra passato e presente, tra sogno e realtà ,un mondo in cui il futuro ,come direbbe Carlo Levi, ha un cuore antico.
Enza Berardone |