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Pandemia e società: proviamo a disinnescare la disperazione

9/12/2020

Ormai ce lo ripetiamo da marzo: stiamo vivendo un’emergenza sanitaria, alcuni con maggiore altri con minore consapevolezza. La scoperta e la presenza di questo virus, oltre alle conseguenze sulla nostra salute, hanno però svelato ed acutizzato molte delle fragilità preesistenti sia nel singolo che nella comunità. Il timore di contagio e dell’isolamento, il contenimento emotivo del vissuto di positività al COVID e il successivo ritorno alla negatività, l’ansia per gli annunci irresponsabili, la paura del futuro incerto, la mancanza delle relazioni sociali di qualità (famiglie con figli distanti e/o in zone rosse), la rabbia contro i decisori sono dei vissuti che ormai da mesi viviamo in questa “pandemia” delle emozioni e che hanno ricadute negative sulla nostra vita. Se da un lato l’isolamento sociale e l’angoscia vissuta, aumentano diffidenza e disagio verso le istituzioni e la sanità, soprattutto nelle fasce di fragilità sociale, dall’altro,emerge la necessità di ripensare le dinamiche sociali alla luce delle esigenze che via via si presentano e di recuperare un senso di una comunità più
ampio.

Abbiamo scoperto che siamo tutti interconnessi e mai come in questo momento, in
cui la seconda ondata riversa in tutti maggiore stress e timori, il Natale si avvicina e con esso la consapevolezza che è l’ennesima festa che dovremo ridimensionare,
volevo riproporre alcuni suggerimenti miei e di altri professionisti per provare a disinnescare questo meccanismo di disperazione:


1. Scrivi un diario, una poesia, delle lettere di auguri per le persone che non
potrai incontrare. Scrivere aiuta ad esprimere le nostre emozioni, a ripensare
la nostra storia e a trovare nuovo senso, aiuta a mettere ordine ai pensieri e
può avere una funzione rilassante.
2. Cura i rapporti. La distanza sociale non vuol dire non essere insieme e non
poterlo essere. Chiama le persone che ami, recupera i rapporti con chi ti
manca, usa i social per essere più vicino agli altri
3. Leggi. Questo è un modo per arricchirsi a livello culturale, etico oltre ad essere
una buona soluzione per distrarsi.
4. Impara qualcosa di nuovo. C’è una grande disponibilità di videocorsi,
formazioni online, ricette, bricolage… tutte buone occasioni per crescere e
sfruttare il tempo dilatato.
5. Con i più piccoli cerca di mantenere un atteggiamento di comprensione delle
loro emozioni, provando a non alimentarle in maniera negativa.
Fate insieme dei giochi, costruite qualcosa con una cadenza regolare evitando di fare tutto in una giornata.
Trovate occasioni per stare all’aperto nel rispetto delle regole, fatevi aiutare
nelle faccende domestiche, pensate ad una cena settimanale scelta e
preparata insieme. Durante la fase di lock down in molti hanno creato
cartelloni e cantato ma poi queste “pratiche” sono venute meno, sono
aumentate le ore passate davanti ad uno schermo.
6. Chiedi aiuto. Sfidando il timore del giudizio puoi rivolgerti a qualcuno per
parlare e sfogarti: un amico, un sacerdote, un professionista chiunque pensi
che possa sostenerti. Siamo tutti sulla stessa barca e possiamo affrontare
questo tempo anche tenendoci per mano.
7. Sii di aiuto. Prova a pensare a delle azioni che siano di aiuto per gli altri ma
senza aspettarti qualcosa in cambio, solo per mettersi a servizio.
Ci sono molti modi per mettere in atto questa generosità: lascia un caffè
pagato a qualcuno che non conosci o una piccola spesa davanti casa di
qualche persona in difficoltà. Tutto questo, anche se fatto in anonimato,
attiva una modalità di speranza che non può che far bene a noi e agli altri.
8. Metti qualcosa di natalizio dentro casa o meglio ancora crealo tu. Continuare
a dirci che non sarà un Natale come gli altri non ci aiuta e, allo stesso modo
della ricerca continua delle informazioni relative al COVID, questo abusare
alimenta ancora di più la paura. La creatività può dar vita a qualcosa di bello,
utile contro le brutture che sentiamo ogni giorno.


Salvatore Mario Graziano
Pedagogista Clinico ®




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