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Successo oper le attività culturali di "Furor Sinisgalli"

19/09/2012

A Montemurro è calato il sipario su “Furor Sinisgalli” voluto dalla Fondazione “Leonardo Sinisgalli” per trattare la vita e l’opera del poeta ingegnere di Montemurro. Due giornate, quelle dello scorso 15 e 16 settembre, dall’alto tenore culturale, contraddistinte da un’eterogeneità di interventi tutti convergenti su Leonardo Sinisgalli. “Furor Sinisgalli”, infatti, è stato un vero e proprio contenitore nel quale si sono avvicendati più momenti, tesi a comunicare, ciascuno a proprio modo, i vari aspetti del poeta ingegnere, esaltando, così, la natura di un uomo dai mille interessi sia umanistici che scientifici. Per l’edizione di esordio (in futuro se ne prevedono altre) si è scelto di parlare di Sinisgalli matematico. Egli infatti nasce tale, anche se termina il suo percorso universitario da ingegnere. Oggi molti studiosi stanno riprendendo e approfondendo questo aspetto dopo aver visto in lui la straordinarietà di una mente per la quale numeri, funzioni e figure geometriche erano meraviglie a cui accostarsi con ossequioso rispetto.
Il convegno montemurrese ha messo insieme matematici e fisici, docenti provenienti da alcune delle più prestigiose università italiane: Gian Italo Bischi (Università di Urbino), Claudio Bartocci (Università di Genova), Decio Cocolicchio (Università di Basilicata). Ai loro studi si sono aggiunti quelli umanistici di Giuseppe Lupo (università Cattolica di Milano) e Biagio Russo (direttore della Fondazione “Sinisgalli”) che sono confluiti nel volume Un “Leonardo” del Novecento: Leonardo Sinisgalli (1908-1981) curato da Gian Italo Bischi e Pietro Nastasi ed Edito da Pristem/storia, Bocconi di Milano. Il libro è stato presentato sabato 15 settembre ed ha preceduto l’altro grande appuntamento della giornata, ossia la presentazione pubblica del Comitato tecnico-scientifico composto da: Gian Italo Bischi, Domenico De Masi (la Sapienza di Roma), Giuseppe Lupo, Silvio Ramat (Università di Padova), Franco Vitelli (università di Bari). Studiosi da tempo vicini a Sinisgalli e alla sua vasta opera, alcuni dei quali sono giunti a Montemurro per la prima volta.
La giornata, iniziata con la visita mattutina al Museo e al Parco Archeologico di Grumentum, è stata moderata da Rocco Brancati giornalista del Tgr Basilicata e allietata dai brani musicali di Andrea Graziano e Francesco Parente. Ha altresì incluso gli interventi degli Enti che hanno dato origine alla Fondazione, Regione Basilicata, Provincia di Potenza, Comune di Montemurro e Fondazione Banco di Napoli. E si è conclusa a Villa d’Agri con la rappresentazione teatrale di “Contadini del Sud” di Ulderico Pesce tratta dall’opera di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli e portata in scena dallo stesso Ulderico Pesce e Maria Letizia Gorga.
Le emozioni hanno invece scandito le ore della seconda giornata del convegno (che si aperto con l’escursione ad Aliano e al Parco letterario “Carlo Levi”) quando a raccontare Leonardo Sinisgalli sono stati coloro che lo hanno conosciuto davvero. I nipoti Vito Mazzilli e Maria Antonietta Di Mase, gli amici Tonino Calvino e Salvatore Sebaste, gli estimatori come Alberto Alberti. Racconti di vita che hanno narrato l’umanità di un uomo che per la sua importanza, la sua personalità (sempre sicuro di sé) e anche per il suo carattere riusciva ad intimidire. Eppure grande era la sua umanità. Sempre disposto ad aiutare i giovani, i più deboli e chi aveva bisogno, amava intrattenersi con gli umili del paese, gli stessi che gli ricordavano le sue origini di cui è sempre andato fiero, tanto da decantarle nelle sue meravigliose poesie. Scontroso con i saccenti, quello si. Del resto la sua alta onestà intellettuale gli impediva qualunque cenno di ritrosia, diceva quello che pensava, sempre, bella o brutta che fosse e a chiunque. Ma amava Montemurro e questo nel convegno è stato più volte ribadito. Il suo paese lo ha sempre portato nel cuore tanto da volerci tornare per il suo l’ultimo viaggio.
Ecco perché è stata concepita, nella seconda giornata del Furor, una visita ai vicoli di Montemurro tanto amati dal poeta, sotto la guida di Vito Mazzilli e, a suon di musica, di Sergio Santalucia, Daniele Lerose e Leonardo Laurita.
Le poesie recitate da Annamaria Saponara e gli interventi musicali suonati da Pina Lobosco e Dino Lorusso hanno accompagnato questi ricordi che nella mente di chi ha parlato sono e saranno sempre vivi.
Il recital di Dino Becagli “La rosa del calamaio” dedicato interamente alla vita di Leonardo Sinisgalli ha chiuso le due giornate montemurresi che non sono state senza esito. Spunti di riflessioni, proposte, novità editoriali sono emerse dai tanti intervenuti che credono che la Fondazione possa fare tanto per la valorizzazione di Sinisgalli ma anche per la crescita di Montemurro e del territorio lucano. È una risorsa nazionale che può fare da ponte con tante realtà, unire Montemurro al resto d’Italia come aveva fatto Leonardo che ha collegato poeticamente, artisticamente e addirittura scientificamente, il suo paese a Roma e a Milano.



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