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Nel gelo del novembre di Berlino il cuore caldo della Basilicata |
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11/11/2019 | Non so se siano stati i pastelli e la tovaglietta con il profilo di Matera da colorare; le foto, a decine, della Basilicata sparse in ogni angolo, la celebrazione non autoreferenziale di profumi e sapori della nostra terra; i libri, su ogni tavolo, che raccontano la storia di quel luogo, come a voler far entrare anche il visitatore temporaneo nella grande famiglia di un progetto che affonda le radici in una terra lontana di un passato vicino per il calendario ma lontano anni luce per la storia. Perché il 1991 è l’alba della nuova Berlino, unificata un anno prima e liberata dal Muro due anni prima. E proprio nel trentennale della caduta di quella zona della morte abbiamo deciso di andare, con colpevole ritardo, a trovare questa piccola grande oasi lucana che è ‘A Muntagnola. E, nel freddo del novembre berlinese, la prima immagine che abbiamo di questa trattoria ci riscalda il cuore: i clienti in fila attendono sotto il porticato del ristorante e, con loro, c’è quella che potrebbe essere la nonna di tutti: la signora Angela, mamma 85enne di Pino Bianco, che è lì per darci il benvenuto.
![la montagnola - Berlino](https://www.lasiritide.it/public/fotoaggiunt/amunta.gif )
Intorno c’è la storia di una famiglia che si allarga ad ogni sorriso, ad ogni abbraccio: il grande Orso di Berlino all’ingresso è vestito di scatti fotografici collezionati nel tempo con familiari, amici e clienti. Libri, cartoline, brochure dedicate alla Basilicata, con ricette, storie e storia.
Peperoni appesi, una gigantografia di Matera di notte, quadri e caricature, foto e ancora libri: ‘A Muntagnola è uno di quei luoghi in cui speri che il servizio duri una vita perché forse una vita non basterebbe a posare lo sguardo su tutto. E invece no: il servizio è impeccabile anche nei tempi. Sulla porta principale, visibile da ogni angolo della sala, c'è una grande cornice color oro con una cam sempre puntata all'interno della cucina.
Pino Bianco arriva e la sua divisa è non convenzionale e colorata come lui: non si vede, ma sulle braccia ha tatuati lo skyline di Berlino e quello di Matera.
Ha fondato, dieci anni fa, un’associazione che combatte le mafie in Germania; nella sua trattoria è un grillo che salta da una parte all’altra ma che ha la capacità di dare attenzione ad ogni cliente, ogni amico.
Se non lo conoscete e vi capita di incontrarlo vi lascio questo consiglio: tutto quello che Pino Bianco racconta moltiplicatelo per dieci. Moltiplicate per dieci la passione, la familiarità, la prelibatezza, la ricercatezza del gusto, la trasparenza, il cuore. La sua è una storia di fatica e successo, pazienza e lungimiranza. E, la sua trattoria, è un bagliore necessario in una delle metropoli europee meglio proiettate al futuro.
E non c’è nulla di più futuribile del rispetto delle tradizioni.
lasiritide.it
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