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Recensione del libro 'Moro La Pira'

16/06/2018

Il libro “Moro La Pira” di 384 pagine edito nel 2017 da Polistampa, ed acquistabile al prezzo di 24 euro, afferma che sono trascorsi molti anni dalla scomparsa di due protagonisti della storia italiana – Giorgio La Pira e Aldo Moro e descrive le due personalità che hanno contribuito a fare la storia del nostro paese ma soprattutto si crea tra i due un forte legame di amicizia che si deduce dai molti contatti epistolari avuti. La ricerca sui rapporti fra i due uomini politici si è articolata in quattro sezioni tematiche la comune appartenenza ai movimenti intellettuali del cattolicesimo italiano durante il fascismo e la matrice montiniana della loro formazione; : della Costituzione della Repubblica italiana l’impegno per l’allargamento della base democratica dello stato, caratterizzato dalle diverse sensibilità e diverse responsabilità istituzionali; resistenze e riflessi nel contesto ecclesiale italiano degli anni Cinquanta e sessanta; il problema della pace e la politica estera della Repubblica: unità strategica e pluralità d’azioni di Giorgio La Pira e di Aldo moro dinanzi ai conflitti bellici in medio oriente, in asia e dinanzi alla posizione internazionale della; Repubblica Popolare di Cina.
La introduzione del prof. Afonsi, Presidente dell’Accademia Aldo Moro, illustra ampiamente le linee delle diverse relazioni e la loro integrazione reciproca. La prima relazione, di Renato moro, prende in esame il periodo pre-bellico e il comune impegno di La Pira e moro nelle associazioni cattoliche. il testo di Giulio Conticelli tratta della discussione, nell’assemblea Costituente, sui primi articoli del testo costituzionale e dei contributi che i due uomini politici hanno dato a questa discussione. il saggio di augusto d’angelo prende in esame il periodo della nascita del centro-sinistra (e fino al referendum sul divorzio), mettendo in evidenza i diversi atteggiamenti e visioni prospettiche di moro e di La Pira sulla collaborazione della dC con il Psi e prendendo in considerazione le tensioni che si svilupparono nel mondo ecclesiale in relazione ad una tale collaborazione. infine massimo de Giuseppe tratta delle convergenze e dissonanze tra i due in tema di politica estera e di costruzione della pace, soffermandosi in particolare sul periodo della fine degli anni sessanta e inizio degli anni settanta) in cui La Pira, non più sindaco di Firenze, opera sul piano internazionale nella sua qualità di presidente della Federazione delle Città Unite.
Le centoquattro lettere qui trascritte provengono dall’archivio della Fondazione Giorgio La Pira. Presentate in ordine cronologico – la prima datata 15 novembre 1952 l’ultima il 6 aprile 1977, a pochi mesi dalla morte dello stesso La Pira – conducono il lettore attraverso venticinque anni di storia del secolo scorso e offrono testimonianza dell’intensa attività politica e istituzionale dei due personaggi. Gli scritti costituiscono, inoltre, una fonte ricca di notizie relative alla vita politica, culturale e alle relazioni internazionali dell’epoca; vi sono infatti citati luoghi, avvenimenti, personali tà italiane ed estere che le note, inserite a corredo, contribuiscono a descrivere, spiegare cordialità e manifestazioni di reciproca fiducia.
Ciò che lo scambio epistolare restituisce è l’immagine di due personalità politiche “straordinarie” che, pur su piani e con traiettorie diverse, seppero mostrare un atteggiamento di apertura costante rispetto alle trasformazioni della propria epoca, «un senso dell’avvenire» che recava con sé «una visione strategica di ampio respiro», uno slancio all’azione e al cambiamento ancorato, tuttavia, a una sostanziale concretezza d’intenti, come suggerisce Alfonsi nel suo saggio introduttivo. Tale fu il modo in cui La Pira concepì il suo ruolo di amministratore di Firenze, così pure l’azione riformatrice che lo stesso Moro portò avanti negli anni in cui ricoprì cariche istituzionali, mai scissa dalla necessità di valutare, misurare, regolare l’effettiva “praticabilità” dei mutamenti che avrebbero investito la politica e la società italiana., contestualizzare.



Biagio Gugliotta



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