Medici, cittadini e istituzioni da giorni si pongono una serie di domande: le riforme sulle politiche sanitarie e socio-assistenziali che la Regione ha messo in campo saranno davvero utili ed efficaci? Più di qualcuno parla di decisioni prese senza aver aperto tavoli di confronto con i territori e con i medici. Piani e numeri – per qualche addetto ai lavori – capaci di sortire qualche effetto solo sulla carta, ma in verità poco efficaci dal punto di vista pratico. È davvero così? Il tempo, come si dice, sarà galantuomo, ma in questo caso, quando in ballo c’è la salute, il tempo non gioca a favore degli anziani e delle famiglie. Servono risposte e programmazioni serie e condivise. Come dicono i nostri anziani: “Se non c’è la salute…”. Ecco, la salute è da difendere e tutelare. A proposito, si segnalano la mancanza di medici e non solo. Non è cosa da poco il braccio di ferro con i medici di famiglia, che non gradiscono l’arruolamento nei ranghi del SSN. Un deciso “no, grazie” che alza un muro a difesa del modello attuale, quello dei liberi professionisti convenzionati. Poi ci sono le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), ancora prive del personale necessario per garantire il servizio e gli orari, pare fino a mezzanotte, oltre i quali ci si affiderebbe al 118. Ma chi attiverà il servizio d’emergenza dopo la mezzanotte? Ci sarà un medico a bordo? Tante le domande, anche sulle aree individuate – o da individuare – per le AFT. I medici parlano senza giri di parole: decisioni prese sopra le loro teste, nessun incontro nei territori tra aziende, istituzioni e professionisti. Questo si sente dire soprattutto in aree a rischio come la Valle del Sarmento. La sindaca di Cersosimo, Domenica Paglia, a nome di molti colleghi, parla di una situazione anomala: “Nessuno sa niente! Decisioni prese senza confronto. Tanti numeri, di medici e strutture, ma niente di certo e ponderato. Chiediamo più trasparenza e di essere coinvolti”. Anche l’ex sindaco e presidente della Comunità montana, Giuseppe Vitarelli, chiede – a nome dei cittadini lucani – incontri di area con rappresentanti istituzionali e dirigenti di settore per chiarire i punti fondamentali della riforma sanitaria e assistenziale. “Temi che non possono essere trattati alle spalle delle comunità o in un conclave. Tanti i comuni senza medici di famiglia o con medici a scavalco. Una situazione insostenibile che va affrontata con raziocinio. Chiediamo di verificare piani e risorse disponibili”. È, in sostanza, una chiamata alla responsabilità, su un tema che sta creando ansie e preoccupazione.
Altre voci parlano di un PNRR ancora lontano dagli obiettivi prefissati, mentre in alcune strutture sanitarie attrezzature nuove restano ancora incelofanate negli scantinati, probabilmente per mancanza di personale e formazione. Se fosse vero, sarebbe un fatto grave. Giorni fa, nella “Sala Inguscio” della Regione Basilicata, si è tenuto un importante momento di confronto sul percorso di riforma e potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale.
Presenti, tra gli altri, l’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e PNRR Cosimo Latronico, il direttore generale Domenico Tripaldi, il dirigente Raffaele Rinaldi e i rappresentanti delle direzioni generali di ASM e ASP. Nel corso dell’incontro – come riportato in un comunicato della Regione – sono stati presentati gli interventi già avviati per attuare la riforma, in linea con il DM 77/2022 e gli obiettivi del POR-PNRR Sanità. Tra questi: l’istituzione delle AFT e delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e l’introduzione, dal 1° gennaio 2025, del Ruolo Unico di Medicina Generale. Si è anche discusso dell’adozione del Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2025-2027. L’assessore Latronico ha dichiarato: “Oggi la medicina territoriale rappresenta non solo una priorità, ma una sfida concreta, anche alla luce della competizione tra Regioni nell’attrarre risorse e professionalità. Con il Ruolo Unico e le AFT stiamo costruendo una nuova architettura organizzativa per rendere il servizio sanitario più efficiente, equo e vicino a tutti i cittadini, anche nelle aree rurali e interne”.
Intanto, il sindacato autonomo dei medici italiani ha espresso perplessità, opponendosi in particolare alle assunzioni dirette nelle aziende sanitarie. “Una figura da tutelare e non snaturare”, dicono. Servono competenze, funzioni, formazione, risorse, all’interno di una programmazione vera, in grado di tutelare le comunità. In Basilicata, ascoltando cittadini, sindaci e medici, non sembrano esserci solo buone notizie. Ragioni e domande che puntano a far aprire nuovi tavoli di confronto e superare perplessità e timori.
Su un tema vitale, quello della salute.
Vincenzo Diego