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Pnrr, Cgil: ritardi allarmanti per gli asili nido e le scuole dell'infanzia, la Basilicata terza per criticità |
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16/04/2025 |
|  A tre anni dall’avvio del Pnrr, lo stato di attuazione del Piano asili nido e scuole dell'infanzia risulta preoccupante. Questo è l'allarme lanciato in una nota dalla Cgil. I dati sono allarmanti, con troppi progetti che procedono a rilento o sono ancora fermi alla fase di progettazione. A livello regionale, la Basilicata si posiziona al terzo posto per ritardi, con il 18,4% dei progetti validati ancora in fase di stallo. L’obiettivo di aumentare i posti nei servizi educativi per la prima infanzia rischia di non essere raggiunto, con una situazione che penalizza fortemente il Mezzogiorno. Per approfondire, riportiamo la nota della Cgil sui ritardi nei Piani asili nido e scuole per l’infanzia. “A tre anni dall’avvio del Pnrr e a 15 mesi dalla scadenza, lo scenario dello stato di attuazione della missione 4 e in particolare del Piano asili nido e scuole dell’infanzia è allarmante, con troppi progetti che procedono a rilento, ritardi nell’esecuzione dei lavori o ancora fermi alla fase di progettazione. Dalla piattaforma di monitoraggio ReGiS predisposta dal MEF, a dicembre 2024 risultano finanziati 2.265 progetti validati per 3,6 miliardi di euro complessivi (Pnrr, Fondo Opere Indifferibili, fondi statali, regionali, comunali e altri fondi). La Basilicata è la terza regione per ritardi, con il 18,4% di ritardi nei progetti validati, anticipata solo dalla Sicilia (30%) e dalla Puglia (21,8%)”. Lo rende noto il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito. “L'obiettivo del Piano asili nido e scuole dell’infanzia – prosegue - è di aumentare i posti disponibili per servizi educativi e di assistenza alla prima infanzia (da zero a sei anni) di almeno 150.480 nuovi posti che in Basilicata, secondo gli obiettivi del Pnrr, dovrebbero essere 1.396 per gli asili nido e 920 per la scuola dell’infanzia. Se nel primo caso allo stato attuale non risulta ancora alcun posto attivato, nel secondo ne risultano solo due, con solo il 22,4% di posti disponibili totali tra il 2022 e il 2023. Un’offerta assolutamente insufficiente rispetto al potenziale bacino di utenza – evidenzia Esposito - e ben al di sotto di quel 33% che l’Europa si era data come obiettivo da raggiungere entro il 2010 (e che l’Italia ha indicato come livello minimo da garantire entro il 2027) e molto lontana dal nuovo obiettivo europeo del 45% da raggiungere entro il 2030. Un dato purtroppo in linea con quello nazionale ma con forti divari territoriali, dove è il Mezzogiorno a essere maggiormente penalizzato. In Italia, infatti, ci sono ancora solo 366 mila posti in asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia, pubblici o privati. Dunque, solo il 30% dei bambini e bambine può usufruirne mentre 850 mila bambini e bambine ne sono ancora esclusi. I forti divari territoriali – aggiunge il dirigente sindacale - corrispondono anche a notevoli disparità nelle risorse pubbliche erogate a sostegno del sostegno al sistema educativo per la prima infanzia. Peraltro, le aree più svantaggiate, dove si concentrano le famiglie in peggiori condizioni economiche, beneficiano di minori risorse pubbliche in relazione alla minore offerta di nidi e servizi educativi e contemporaneamente per la minore possibilità di intercettare misure di sostegno come i bonus. Resta infine il nodo irrisolto delle risorse da prevedere a bilancio per la gestione ordinaria dei nidi che ne consentano il corretto funzionamento e scongiurino il rischio di strutture esistenti sulla carta ma impossibilitate ad operare: per arrivare all’obiettivo del 45% devono essere attivati 200 mila posti in più rispetto agli attuali per i quali occorrono 2 miliardi di euro in più all’anno per la gestione corrente e almeno 45 mila educatrici/tori in più. Si parla spesso impropriamente dei costi dei servizi mentre non si parla abbastanza del costo della loro mancanza: costi educativi, sociali, in termini di povertà educativa, correlazione con la dispersione 11 scolastica, diseguaglianze, denatalità. Bisogna garantire a bambini e bambine percorsi educativi sin dai primi mesi di vita, contrastare la preoccupante denatalità, nonché favorire l’occupazione, soprattutto femminile. Per questo motivo, in vista della scadenza del 2026 – conclude Esposito - chiediamo alla Regione Basilicata di accelerare e di ultimare i progetti sostenuti dal Pnrr, pena la perdita dei finanziamenti che lascerebbe immutato il grave gap territoriale. Gli asili si configurano come diritti dei bambini e delle bambine e per questo devono essere garantiti a tutte e tutti e gratuiti, oltre al fatto che il potenziamento dell’offerta di nidi andrebbe a creare opportunità di lavoro con profili professionali di qualità. Occorrono politiche strutturali e di prospettiva che vedano la centralità dei bambini e delle bambine. Su tutto questo la Cgil continuerà a concentrare l’attenzione perché la Basilicata non perda ancora una volta un’occasione irripetibile per raggiungere standard europei su una materia così fondamentale e garantire così il fondamentale diritto al percorso educativo sin dai primissimi mesi di vita”. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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