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Rimborsopoli, chiuso il processo

7/02/2025



Si è concluso il caso "Rimborsopoli" in Basilicata con la dichiarazione delle ultime sei prescrizioni, che hanno chiuso definitivamente il processo avviato nel 2013 sulle spese rimborsate ai consiglieri regionali. Inizialmente, nel 2014, erano state rinviate a giudizio 37 persone, ma nel corso degli anni molte accuse sono cadute in prescrizione a seconda della data dei fatti e della natura dei reati contestati. 


Ieri si è svolta l'ultima udienza riguardante le accuse più recenti di peculato, con la conseguente dichiarazione di non luogo a procedere.


Come già preannunciato, il Tribunale di Potenza, ha preso atto dell’avvenuto decorso dei termini per l’estinzione dei reati: il pronunciamento fa espresso riferimento al non luogo a procedere per estinzione del reato, nonostante il tentativo dei difensori di ottenere una assoluzione nel merito. Tante le personalità politiche di spicco coinvolte, tra queste: l’attuale presidente del Consiglio regionale Marcello Pittella (Azione) al capogruppo di Fratelli d’Italia Michele Napoli. Con loro anche l’ex presidente del parlamentino lucano, e  sindaco di Venosa, Franco Mollica, come l’ex governatore Vito De Filippo (Pd), o l’ex assessore e Nicola Benedetto, e tanti altri ancora.


Tra gli imputati, solo l'ex presidente del consiglio regionale, Vincenzo Santochirico, ha scelto di rinunciare alla prescrizione, affrontando il processo fino in fondo. La sua posizione si è conclusa con un'assoluzione nel merito, ottenuta lo scorso settembre, con la formula "perché il fatto non sussiste".


Unica condanna è quella di un altro ex assessore, Vincenzo Viti, a due anni e 4 mesi confermata anche in appello, ma che potrebbe avvalersi della prescrizione in Cassazione.


In seguito alle indagini di carabinieri, polizia e guardia di finanza sui rimborsi tra il il 2012 ed il 2013, la Procura avrebbe contestato spese anche per peluche o cd musicali acquistati in autogrill, piuttosto che caffè o caramelle, fino al noleggio di un auto in Costa Smeralda in altissima stagione. Ma anche pernottamenti in albergo con accompagnatrici e, addirittura, furono contestate spese in ristoranti diversi e distanti centinai di chilometri nello stesso giorno ed alla stessa ora.


 




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