Una lettera firmata da 85 tra sindaci e figure del Mezzogiorno, sostiene il Sud come possibile "locomotiva d'Italia", riprendendo un'espressione coniata nel 2024. La prima firma appartiene a Mosè Antonio Troiano, sindaco di San Paolo Albanese, il comune più piccolo della Basilicata. I firmatari ribadiscono che i dati macroeconomici positivi del Sud – trainati da Pnrr e bonus edilizi – devono tradursi in crescita strutturale. Propongono un piano per valorizzare il capitale umano emigrato, incentivi ai Comuni per sostenibilità e inclusione, e localizzazione strategica di investimenti. Sottolineano il ruolo del Sud nell'accoglienza migranti, data la crisi demografica, e il potenziale della Zes unica. Un appello per invertire la narrazione storica: non più un Sud "underdog", ma protagonista di uno sviluppo sostenibile, solidale e paritario con il Nord. Di seguito riportiamo la lettera integralmente. IL 2025 SIA L'ANNO DEL SUD LOCOMOTIVA D'ITALIA On.le Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Nel corso del 2024, a più riprese, Lei ha definito il Sud come "locomotiva" della nostra Italia. Questo concetto poggia su alcuni dati relativi alla maggiore crescita economica rispetto al resto d'Italia (aumento del Pil e del valore delle esportazioni in primis) e a una vivacità che Lei ha colto nel nostro tessuto economico e sociale. I pessimisti, qualcuno direbbe i realisti, possono ritenere che la Sua sia l'enfatizzazione di una realtà molto più triste e dura: giovani che continuano ad andar via, genitori pensionati che spesso li seguono nelle città di approdo, aziende che chiudono o valutano piani di ridimensionamento, soprattutto nell'automotive, settori economici in grossa difficoltà per i cambiamenti climatici o alle prese con una concorrenza straniera sempre più agguerrita. I dati macroeconomici offrono, certo, elementi di ottimismo, ma buona parte della crescita è stata determinata dagli effetti combinati del Pnrr e del bonus edilizio noto come "110". Noi vorremmo, però, sostenere la sua affermazione. Che ha un merito: quello di rovesciare la narrazione di un Sud "underdog" (per citare un'altra sua definizione) e di lasciar intravedere la possibilità che questa parte della Nazione possa addirittura trainare la restante. Questo non è mai avvenuto, in 160 anni di storia post-unitaria, e saremmo felicissimi se accadesse. Anche noi - soprattutto noi - lo desideriamo. Per questo vorremmo che l'espressione da Lei coniata fosse presa sul serio, alla lettera, o che quanto meno fungesse da profezia autoavverantesi. Vorremmo, insomma, che la sua frase non fosse contraddetta da una realtà che invece vede crescere i divari in molti campi, dall'istruzione al welfare sociale. Vorremmo, al contrario, che il suo slogan trovasse riscontro nel medio e nel lungo periodo, dando luogo, almeno in alcuni campi, a un vero e proprio capovolgimento strutturale dei rapporti di forza tra Sud e Nord del Paese. Perché si determini una condizione di parità o di complementarietà fra le due aree, senza che vi sia necessariamente un trainante e un trainato. Per questo ci permettiamo di sottoporre alla Sua valutazione alcuni spunti che derivano dalla nostra esperienza di Sindaci e di persone impegnate nel sociale, nella comunicazione, nel mondo accademico e in vari ambiti delle professioni del Mezzogiorno. 1. Un piano per rimettere a valore il "capitale umano" che il Sud ha perso in questi anni. Parliamo di centinaia di migliaia di donne e uomini che, lasciando la loro terra, l'hanno impoverita di competenze, energie e saperi. Potenzialmente, però, è una straordinaria riserva intellettuale che ha acquisito know how ed esperienze in varie parti del mondo. Nessun'altra macroregione d'Europa ha un "esercito di emigrati" così vasto che, se messo in condizione di tornare, anche parzialmente, a operare per la sua terra, potrebbe fornire uno straordinario contributo al suo sviluppo. Quel che servirebbe è metterli in connessione con il sistema imprenditoriale e universitario del loro territorio d'origine, affinché agiscano come leva della crescita, sulla base di un programma razionale di investimenti che creino occupazione sul territorio. 2. E se invece di pensare alle regioni, come organi da riformare per dare più smalto alle Amministrazioni pubbliche, prendessimo in considerazione la possibilità di migliorare le prestazioni dei Comuni? Questo comporterebbe un abbandono della prospettiva, ormai azzoppata dai pronunciamenti della Corte Costituzionale, dell'autonomia differenziata. La riforma Calderoli si poggia sull'aumento delle funzioni trasferite alle Regioni che non sempre, però, hanno dato prova di efficienza nella gestione dei fondi comunitari e statale, forse perché hanno riproposto ai territori un centralismo su scala minore, fondato sull'elargizione discrezionale e politica delle risorse. Diverso sarebbe dare maggiore autonomia alle comunità, a partire però da uguali condizioni di partenza, fissate attraverso l'individuazione di livelli delle prestazioni uniformi su tutto il territorio. Continuando, per esempio, dal diritto di tutti i cittadini ad avere lo stesso numero di medici e infermieri o di dipendenti comunali in tutto il territorio nazionale. Stabilite queste condizioni di parità, bisognerebbe conferire autonomia ai Comuni italiani, incentivando però non solo la razionalizzazione della spesa ma anche le politiche che possono portare valore aggiunto sociale ed economico sul territorio. Premiando cioè i Comuni che siano capaci di incrementare la mobilità sostenibile, la dotazione di alloggi a prezzi accessibili ai redditi più bassi, il verde pubblico e altri fattori che incidano sulla sostenibilità del vivere comune. 3. Fra questi fattori da incentivare si potrebbe considerare anche il contributo dei Comuni al contenimento dei flussi migratori che interessano l'Italia e l'Europa. Tantissimi Comuni del Sud potrebbero svolgere un ruolo molto importante, proprio per la loro collocazione geografica di "frontiera", nell'accoglienza dei migranti, visto anche il calo demografico che sta portando allo spopolamento di molte realtà soprattutto dell'entroterra. Attraverso progetti di formazione da realizzare nel Sud, i migranti accolti potrebbero essere meglio impiegati nell'agricoltura e nell'industria locale, contribuendo alla crescita di alcuni settori. 4. Localizzazione di investimenti e incubatori di ricerca e sviluppo strategici: il Sud può realmente diventare "locomotiva" se diventa il luogo dove allocare progetti di sviluppo, pubblici e privati, che possano determinare attrazioni significative di capitali e di persone. Purtroppo oggi non è così: dal Tecnopolo di Milano a Leonardo fino all'investimento di Silicon Box a Novara, sono molti i casi in cui grossi investimenti pubblici e privati capaci di generare un significativo indotto siano stati indirizzati verso il Nord. Stentano, invece, a decollare progetti analoghi a Taranto, a Napoli o in altre città meridionali. In molti altri casi il Sud non viene neanche preso in considerazione. Eppure il Mezzogiorno dispone di numerosi siti che, opportunamente rigenerati, possono diventare poli di ricerca e sviluppo in vari ambiti, coinvolgendo le Università, il CNR e le aziende private. 5. La Zes unica è oggi una realtà e ha iniziato a dispiegare i suoi primi - a nostro parere ancora molto timidi - risultati. Va sostenuta e aiutata a crescere, innanzitutto portandone la sede in una città del Sud, all'interno di un'agenzia che coordini, coinvolgendo anche il sistema bancario, gli investimenti infrastrutturali necessari per facilitare gli insediamenti industriali e, nello stesso tempo, cerchi di indirizzare i processi insediativi valorizzando e facendo conoscere meglio le specifiche vocazioni dei territori del Mezzogiorno: dall'agricoltura di precisione all'aerospazio, dalla sanità all'ittica. Allo stesso modo, in una città del Sud potrebbe avere sede la cabina di regia del Piano Mattei, cosa che avrebbe una grande importanza sia dal punto di vista simbolico che operativo, considerato l'affaccio dei porti meridionali verso l'Africa. All'Unione europea si potrebbe suggerire di coinvolgere una città del Sud nei processi di allargamento ai Paesi balcanici della federazione. Questi sono solo alcuni esempi, ma se ne potrebbero fare altri, a cominciare dalla necessità di un vasto piano di rigenerazione urbana che dia la possibilità di garantire il diritto alla casa di molte famiglie che ne sono private a causa della turistificazione delle città - di quello che può consentire al Mezzogiorno, opportunamente ascoltato e non considerato come mero "oggetto" di politiche calate dall'alto che spesso non tengono conto delle peculiarità dei singoli territori, di diventare realmente la locomotiva d'Italia. È una sfida che vogliamo raccogliere. Senza assistenzialismi, ma senza concessioni a chi invece vuole concentrare ricchezze e risorse lontano dai luoghi in cui sono nati i nostri figli. Per questo Le porgiamo i nostri auguri di buon 2025, chiedendoLe di confrontarsi con chi opera tutti i giorni nei territori del Mezzogiorno e auspicando che il Suo e il Nostro sogno di un Sud locomotiva d'Italia si realizzi davvero. I PRIMI FIRMATARI:
Mosè Antonio Troiano, Sindaco di San Paolo Albanese (PZ); Davide Carlucci, Giornalista, Acquaviva delle Fonti (BA); Massimo Villone, Costituzionalista, Presidente 34 Testa al Sud; Pietro Spirito, Docente di economia dei trasporti, 34 Testa al Sud; Antonio Demuru, 34 Testa al Sud; Vito Fusco, Sindaco di Castelpoto (BN); Paolo Schioppa, Imprenditore, 34 Testa al Sud; Antonio Piangiolino, Pastorale sociale del lavoro, Diocesi di Altamura; Assunta Pavone, Docente universitaria, 34 Testa a Sud; Rossella Baldassarre, Sindaca di San Chirico Nuovo (PZ); Marco Esposito, Giornalista, 34 Testa al Sud; Antonio Vella, Sindaco di Monteverde (AV); Francesco Cacciatore, Sindaco di Santo Stefano Quisquina (AG); Rosanna Sebastiani, 34 Testa al Sud, Sulmona; Pino Bosco, Sindaco di Firmo (CS); Anna Lillo, Avvocato, Altamura (BA); Maria Filomena Graziadei, Sindaca di Anzi (PZ); Francesco Limongi, Sindaco di Castelluccio Superiore (PZ); Massimo Macchia, Sindaco di Marsico Nuovo (PZ); Antonella Bilotta, Sindaca di Garaguso (MT); Giuseppe Soranno, Sindaco di Salandra (MT); Daniela Primerano, Avvocato, Vibo Valentia; Mario Montano, Sindaco di Corleto Perticara (PZ); Massimo Lo Priore, 34 Testa al Sud; Francesco Micucci, Sindaco di Stigliano (MT); Antonio Rizzo, Sindaco di Viggianello (PZ); Daniela Michelino, Dirigente Regione Campania; Michele Chiarito, Sindaco di Ripacandida (PZ); Francesco Rispoli, 34 Testa al Sud; Christian Giordano, Sindaco di Vietri di Potenza (PZ); Salvatore Falabella, Sindaco di Lagonegro (PZ); Rocco Rosano, Sindaco di Castelsaraceno (PZ); Nicola Malpede, 34 Testa al Sud; Nicola Terranova, Sindaco di Oliveto Lucano (MT); Giuliano Laccetti 34 Testa al Sud; Domenico Albano, Sindaco di Pisticci (PZ); Raffaele Collazzo, Sindaco di Brienza (PZ); Pasquale Chieco, Sindaco di Ruvo di Puglia (BA); Fiorella Pompa, Sindaca di Ginestra (PZ); Antonio Maria Imperatrice, Sindaco di Grumento Nova (PZ); Gandolfo Librizzi, Sindaco di Polizzi Generosa (PA); Giuseppe Minutilla, Sindaco di San Mauro Castelverde (PA); Francesco Mollica, Sindaco di Venosa (PZ); Pasquale Caffio, Sindaco di Banzi (PZ); Fabio Marcante, Sindaco di Trecchina (PZ); Gianni Papasso, Sindaco di Cassano all'Ionio; Alfredo Lucchesi, Sindaco di Santa Domenica Talao (CS); Enzo Maiorana, Medico, presidente di"Noi meridionali"; Teresa Colucci, Sindaca di Pietrapertosa (PZ); Antonio De Luca, Sindaco di Pignola (PZ); Fabio Laurino, Sindaco di Tito (PZ); Pasquale Bartolomeo, Sindaco di Calvera (PZ); Rocco Greco, Sindaco di Roccanova (PZ); Gerardo Larocca, Sindaco di Brindisi di Montagna (PZ); Giuseppe D'Onofrio, Sindaco di Serracapriola (FG); Vincenzo Telesca, Sindaco di Potenza (PZ); Francesco Mastrandrea, Sindaco di Forenza (PZ); Salvatore Cosma, Sindaco di Tursi (MT); Francesco Mancini, Sindaco di Pomarico (MT); Angelantonio Angarano, Sindaco di Bisceglie (Bt); Gaetano Celano, Sindaco di Valsinni (MT); Giuseppe Valicenti, Sindaco di Noepoli (PZ); Vincenzo Lacopeta, Sindaco di Craco (MT); Fabio Tarantino, Sindaco di Martano (Le); Giuseppe Di Sanzo, Sindaco di Montalbano Jonico (MT); Giulio Traietta, Sindaco di Miglionico (MT); Luca Antonio Manieri, Sindaco di Armento (PZ); Pietro Macaluso, Sindaco di Petralia Soprana (PA); Mario Cicero, Sindaco di Castelbuono (PA); Marco Terzi, 34 Testa al Sud; Fernando Teodoro Scattone, Sindaco di Acerenza (PZ); Nicola Rocco Valluzzi, Sindaco di Castelmezzano (PZ); Nicola Savino, Sindaco di San Mauro Forte (MT); Marco Delorenzo, Sindaco di Cirigliano (MT); Lorenzo Baglieri, 34 Testa al Sud; Domenica Paglia, Sindaca di Cersosimo (PZ); Antonio Rubino, Sindaco di Moliterno (PZ); Gianluca Palazzo, Sindaco di Rotondella (MT); Giovanna De Minico, Costituzionalista; Vincenzo Piccinno, 34 Testa al Sud; Lorenzo Lama, Voci Meridiane; Antonio Marsiglia, 34 Testa al Sud; Antonella Fabbricatore, 34 Testa al Sud e Terra Mia; Antonio Murano, Sindaco di Barile (PZ); Luigi Marotta, Sindaco di Tramutola (PZ); Gianni Pittella, Sindaco di Lauria (PZ). |