Il monitoraggio recente delle acque del fiume Basento, realizzato dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (ARPAB), indica che la qualità complessiva è in linea con le normative di sicurezza per l’utilizzo potabile, con livelli di contaminanti generalmente entro i limiti consentiti. Lo conferma il direttore tecnico Achille Palma, che sottolinea come le analisi abbiano preso in esame sia la normativa per il consumo umano sia quella per il benessere ecologico del fiume. Due lievi superamenti rilevati – tensioattivi e fosfati – risultano trattabili nel processo di potabilizzazione, mantenendo la classificazione dell’acqua in “A2”, quindi idonea per il consumo umano.
Il potabilizzatore di Masseria Romaniello è pronto a gestire i livelli rilevati, come confermato dal direttore di Acquedotto Lucano, Alfonso Andretta. ARPAB ha inoltre pianificato monitoraggi settimanali per assicurare una valutazione costante della qualità dell’acqua, mentre il commissario Vito Bardi sollecita analisi più frequenti per rispondere in modo tempestivo a eventuali criticità.
Misure di controllo più ampie, comprese verifiche costanti degli scarichi lungo il fiume e la sorveglianza degli affluenti dei depuratori, sono state attuate per proteggere il Basento da inquinamenti abusivi. Confermato da Acquedotto lucano che l’opera di sollevamento delle acque dal Basento, all’altezza di Castelmezzano e Albano di Lucania, sarà completato entro il 19-20 novembre 2024. Si stima in una portata di 400 litri al secondo.
Di seguito tutti i dettagli dal comunicato della regione Basilicata
La qualità delle acque del Basento non si discosta da quelle di qualsiasi altro invaso o sorgente prima dell’iter di potabilizzazione. In estrema sintesi è questa la conclusione a cui approda l’Arpab nella lettura dei dati del campionamento presentati oggi nel corso dell’unità di crisi. Quasi tutti i parametri presi in esame risultano inferiori alla concentrazione massima ammissibile. Il direttore tecnico scientifico Achille Palma precisa: “Abbiamo voluto, per estrema cautela, procedere tenendo conto due normative: la prima riguarda l’utilizzo dell’acqua per scopi potabili e la seconda inquadra lo stato di salute complessivo del fiume. Nel complesso, secondo l’Arpab, la situazione è tranquillizzante. Solo due leggeri superamenti, tensioattivi (0,3 rispetto a 0,2) e fosfati (2,8 rispetto a 0,7), sostanze che comunque potranno essere trattate dal potabilizzatore. Alla luce di quanto rilevato, l’acqua viene classificata in A2 e può essere destinata al consumo umano”. Palma, infine, sottolinea valori ampiamente sottosoglia di nichel e non sono state trovate tracce di Pfas (sostanze contenute in rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, contenitori per cibo, imballaggi). Al momento, con questi parametri, l’acqua può essere trattata dall’impianto di Masseria Romaniello e, quindi, utilizzata per scopi potabili.
Potabilizzazione
L’impianto di potabilizzazione è in grado di intercettare e trattare le sostanze rilevate dall’Arpab? Alla domanda posta dal commissario Bardi il direttore generale di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta, spiega che il potabilizzatore di Masseria Romaniello è assolutamente in grado di svolgere questo compito.
Tempistica dei rilievi
I rilievi dell’Arpab – che risalgono al 6 novembre scorso – richiedono almeno sette giorni di processamento prima di poter avere a disposizione dati attendibili e certificati. Considerando questa tempistica, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente intende effettuare un monitoraggio ogni lunedì per controllare lo stato di salute del fiume e informare puntualmente l’unità di crisi. Il commissario Bardi chiede di accorciare i tempi e di disporre un nuovo campionamento già nella giornata di domani.
Controlli di Acquedotto lucano
Acquedotto lucano ha pianificato tutti i giorni due campionamenti al “Camastrino” (la vasca delle acque di scolo ricavata nell’invaso del Camastra), all’ingresso e all’uscita del potabilizzatore. Disposto anche il controllo costante di tutti gli affluenti dei cinque depuratori che insistono sul fiume.
Controlli sugli scarichi lungo il Basento
Su richiesta del commissario Bardi, la Prefettura di Potenza ha convocato un vertice venerdì prossimo, alle 11, per mettere a punto un sistema di vigilanza costante lungo tutta l’asta fluviale per evitare e sanzionare scarichi abusivi.
I lavori sullo schema Basento-Camastra
Il cronoprogramma va avanti. Confermato da Acquedotto lucano che l’opera di sollevamento delle acque dal Basento, all’altezza di Castelmezzano e Albano di Lucania, sarà completato entro il 19-20 novembre 2024. Si stima in una portata di 400 litri al secondo. Il massimo da captare è di circa 750 litri al secondo.
Il contributo delle sorgenti della Val d’Agri
L’obiettivo è arrivare a una quota di 120-150 litri al secondo intervenendo sulle condotte, sulle vasche e sull’impianto di sollevamento che riguardano l’area dell’alta Val d’Agri.
Perdita a Brindisi di Montagna
Sulla perdita che si registra lungo la condotta che va dal Camastra al potabilizzatore di Potenza, all’altezza di Brindisi di Montagna, i tecnici di Acquedotto lucano hanno confermato la tesi del mancato intervento per ragioni di opportunità: la riparazione comporterebbe lo stop totale dell’erogazione idrica per almeno trenta ore, con la conseguente perdita di circa 5mila metri cubi di acqua. Uno scenario che si tradurrebbe in ulteriori disagi per i cittadini.
Restrizioni erogazione idrica
Non ci sarà un’ulteriore stretta. Il commissario Bardi ha disposto di proseguire nelle attuali restrizioni: tutti i giorni stop all’erogazione idrica dalle 18.30 alle 6.30 del mattino successivo, ad eccezione del sabato quando l’interruzione comincerà alle 23. Domenica ci sarà un’ulteriore valutazione per un nuovo calendario delle restrizioni.
Impegno e serietà, nessun allarmismo
Nessuna istituzione espone a rischi la salute dei cittadini. È suo compito proteggere la popolazione attraverso una serie di politiche mirate. Premessa che va ricordata a chi in questi giorni, in una caccia all’untore, parla di allarme sociale in relazione ai lavori che porteranno acqua dal fiume Basento alla diga del Camastra, i cui volumi idrici residui sono ai minimi storici (420mila metri cubi). L’unità di crisi, presieduta dal commissario straordinario per l’emergenza idrica, Vito Bardi, comprende le preoccupazioni dei cittadini ma respinge le accuse di sciatteria, negligenza o pressapochismo, addirittura esponendo la comunità a condizioni che minerebbero la salute pubblica. “Saremmo i primi a evidenziare un rischio, un benché minimo fattore negativo. Facciamo il possibile – dice il commissario Bardi – per fronteggiare un’emergenza che non ha precedenti nella storia della Basilicata, mettendo in campo soluzioni tecniche frutto di studi e valutazioni di professionisti del settore. Continueremo a valutare il da farsi anche con il supporto di esperti nazionali”.