L’emergenza delle morti sul lavoro in Italia continua a destare allarme: al termine di settembre 2024, il bilancio è drammatico, con 776 vittime. Questo dato rappresenta un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Come riportato da Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, l'attenzione è rivolta alle incidenze di mortalità, indicatore fondamentale per mappare i rischi in diverse aree del Paese.
Analizzando le zone di rischio, le regioni con le incidenze più elevate sono Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige e Sicilia, classificate in “zona rossa” con un rischio superiore del 25% rispetto alla media nazionale. In “zona bianca” troviamo solo Veneto e Marche, dove il rischio risulta inferiore alla media.
Il settore delle costruzioni si conferma il più colpito, con 106 vittime. La fascia d'età più a rischio rimane quella degli over 65, con un’incidenza elevata di decessi, mentre i lavoratori stranieri mostrano un rischio triplo rispetto agli italiani. Le denunce totali di infortunio crescono dello 0,5% rispetto al 2023, con il comparto manifatturiero al primo posto per numero di incidenti.
I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE SETTEMBRE 2024
Sono 776 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 567 in occasione di lavoro (26 in meno rispetto a settembre 2023) e 209 in itinere (41 in più rispetto a settembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (102). Seguono: Lazio (56), Emilia-Romagna (55), Campania (47), Sicilia (46), Veneto (36), Piemonte e Puglia (35), Toscana (30), Trentino-Alto Adige (19), Calabria e Sardegna (16), Umbria (14), Abruzzo e Liguria (13), Friuli-Venezia Giulia (11), Marche e Basilicata (8), Valle d’Aosta (4) e Molise (3)
(Nel report clicca qui il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).