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C’è un pezzo di Basilicata nella Primavera laziale |
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15/06/2013
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| La Basilicata sportiva si conferma terra di talenti. E’ il calcio a farla da padrone in quest’annata, anche se non son mancati buoni risultati in altre discipline, dal ciclismo alle arti marziali passando per la pesca. Se nel pianeta del calcio professionistico i Lucani ad attirare l’attenzione a suon di goal su tutti sono stati Gianluca Sansone da Bella e Simone Zaza da Metaponto, rispettivamente con le maglie di Torino e Sampdoria in serie A il primo, e dell’Ascoli in B, il secondo, c’è chi addirittura si è cucito, siglando anche una doppietta nella finale, lo scudetto Primavera sulla maglia. Trattasi di Danilo Cataldi, calciatore della Primavera della Lazio, destinato a diventarne “bandiera”. Rifiutò le sirene Inglesi del City per la maglia biancoceleste. Portano la sua firma due delle tre reti che nella finale di Gubbio hanno steso l’Atalanta. Di Tounkara la terza. Prodezze che gli sono valsi il premio “Morosini” quale miglior giocatore del Torneo. Danilo Cataldi, un ragazzone di un metro e 80 per 70 kg, nato a Roma il 6 agosto del ’94, da madre romana, Patrizia, è figlio di un lucano. E’ originario di Missanello in provincia di Potenza, infatti, papà Franco. Forse non tutti sanno, in Basilicata, di questo talento che affonda le radici in Val d’Agri. Un po’ è per via della riservatezza della famiglia e che chi scrive ha assecondato. Non più ora che il ragazzo è esploso e di cui è facile immaginare un brillante futuro. Non hanno potuto dire no questa volta zio Pasquale e Silvio prima e papà Franco poi, grazie ai quali siamo arrivati a Danilo. Sono circa le 22 quando lo raggiungiamo al telefono per una breve chiacchierata. Non c’è voluto molto. Il telefono ha squillato una prima volta a vuoto. Per un attimo siamo stati assaliti dal timore che come in altri casi, quando c’è capitato di bussare alle utenze di astri nascenti, avremmo dovuto buttar giù almeno una batteria. Per niente! Al secondo tentativo la voce all’altro capo arriva prima ancora che il telefono squilli tre volte. Danilo si mostra subito disponibile. Ancora di più quando diciamo che si tratta di un giornalista della Basilicata e per di più del paese dirimpettaio alla sua Missanello. "Nessun disturbo. A quest’ora ci possiamo rilassare un po’", ci dice subito. Danilo è in raduno con la Nazionale Under 19. Mancano ormai solo 2 (l’intervista è del 13/6) giorni prima che Luigi Di Biagio, tecnico della Nazionale under 19 annunci, sabato 15, li lista dei 18 azzurrini che partiranno per Mersin, in Turchia, per rappresentare l’Italia all’edizione XVII dei Giochi del Mediterraneo, in programma dal 19 al 27 giugno. Prima ancora di chiedergli di quella doppietta nella finale il discorso cade sulla convocazione. "Spero di far parte del gruppo. Non ho nessuna certezza che ciò accadrà. Non manca molto, a breve sapremo. Quello che so per certo è che il mio prossimo viaggio sarà in Basilicata. Manco da Missanello da troppo. In pratica da quando sono entrato nelle giovanili della Lazio. Per via dei ritiri non ho avuto il tempo di una volta. Prima, infatti, ci trascorrevo almeno 20 giorni in agosto. Ricordo interi pomeriggi trascorsi a giocare a calcio nel campetto della pineta e le serate nella “chiazzolla” (piazzetta ndr). Mi mancano tanto anche spiaggia e mare di Policoro e Scanzano. Qual è il mio sogno? Correre a Missanello ad abbracciare nonna Grazia, nonno Angelo, gli zii, i cugini e i tanti amici che spero si ricordino di me".
Il tuo sogno sportivo?
"Sarebbe facile rispondere: giocare in Nazionale e vincere il mondiale, cosa cui credo mira chi ama il calcio. Per ora mi godo la gioia di questo scudetto e magari di andare in Turchia".
A proposito della finale scudetto
"L’abbiamo inseguita sin dalla passata stagione, quando in finale fummo battuti dall’Inter. Una sconfitta che è servita a farci crescere e di cui abbiamo raccolto i frutti. Anzi, l’oro".
La tua personale doppietta
"Una grande gioia personale. Fantastica! Soprattutto perché servita a premiare gli sforzi del collettivo".
Il futuro è in prima squadra?
"Non dovevamo parlare solo del mio rapporto con la Basilicata?"
Giusto! E’ che sai: ai giornalisti l’inchiostro vien scrivendo.
Intanto qualche giorno fa un ragazzo di origini lucane, mentre in Basilicata sempre più squadre annunciano uscite di scena, è riuscito nel miracolo di tenere una nonna di Missanello, anni 87, incollata alla tv. Lo raccontano bene i post di amici e cugini sulla sua pagina facebook. "La cosa più bella che potava capitare è quella di riuscire a tenere nonna Grazia incollata al televisore lì a Missanello. …già me la immagino", scrive Davide Murgia, amico di famiglia da Sestu, in Sardegna.
A stretto giro, la cartolina la regala il cugino di Danilo, Angelo, proprio da Missanello."... poi vedi nonna Grazia incollata davanti alla TV che tifa per te, anche se a volte in campo non ti riconosce e dice: “tenen tutt quand a stess magliett” (indossano tutti la stessa maglietta).
Nonna Grazia e Angelo sono genitori di 10 figli. In perfetta parità di genere. I 3 rimasti a Missanello, i 6 a Roma e l’unica in Sardegna il 9 giugno, via Tv, si son ritrovati a vivere un sogno andato in scena dal Barbetti di Gubbio. E non è un sogno: è accaduto davvero. E poi quelle due reti a ripagar la fiducia. La magia su punizione, al 6’ della ripresa e il raddoppio al 60’. Vere anche quelle!
Eccola, la Basilicata senza confini che da un gioco e dalle voci dalla rete rincuora e lega generazioni. Intorno a sogni, affetti e speranze. Basta crederci!
Paolo Sinisgalli
Redazione Agri-Lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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