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Fc Francavilla: Michele Collocolo si racconta |
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25/04/2019
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| Bisogna dirlo da subito, a Francavilla dopo averlo visto all’opera sin dai primi giorni di ritiro, in tanti erano pronti a puntare su Michele Collocolo, classe “99”, arrivato in prestito dal Cosenza (serie B). Eppure, nessuno probabilmente, poteva aspettarsi un campionato di così alto livello, soprattutto considerando il ruolo in campo, ovvero quello di regista davanti la difesa che, in una categoria così complessa, raramente viene affidato ad un giovane, seppur di prospettive. Mister Ranko Lazic però che di giovani campioni ne ha allenati e lanciati tanti, non ci ha pensato due volte prima di affidare le chiavi del controcampo al giovane tarantino e, dati alla mano, oggi Michele Collocolo risulta essere tra gli “Under” che avranno più richieste questa estate, in chiave mercato:
Partiamo dalla stagione del Francavilla che ha raggiunto la salvezza matematica già da due settimane
A mio avviso, il nostro è stato un campionato altalenante. Ci sono stati molti alti e bassi, però alla fine dei conti ci siamo salvati a tre giornate dalla fine del campionato ed è comunque una bella soddisfazione, considerando anche il livello molto alto del nostro girone. Certo se andiamo a rivedere la rosa al completo potevamo puntare ai playoff però dai sono comunque contento per la squadra e il risultato raggiunto!
Cosa ci dice invece della sua di stagione?
Per quanto riguarda il sottoscritto, quest’anno è stato un anno più di alti che di bassi. Sinceramente sono state davvero poche le partite dove non mi sono sentito al 100%. Ho sempre cercato di dare tutto, partita dopo partita, anche perché nonostante stiamo parlando di quella che è stata la mia prima esperienza in un campionato di serie D, ho raggiunto le 29 presenze e, grazie agli sforzi e alla voglia che ci ho messo, sono riuscito a farmi valere anche tra i grandi e, ho già acquisito una buona esperienza. Si, potevo fare qualche goal in più e questo un po’ dispiace, ma c’è sempre l’anno prossimo per fare meglio.
E’ stata una scelta giusta quella di Francavilla?
Quest’anno ho conosciuto compagni fantastici, sono tutti bravi ragazzi e tutti che mi vogliono bene, come d’altronde ne voglio io a loro. Certo è normale che tra qualcuno di noi sia nata della sana competizione, ma questo succede in ogni squadra ed è giusto così. Per quanto riguarda Francavilla come comunità, è un paese con poche persone dove si vive bene e c’è ‘ambiente giusto per fare calcio e concentrarsi sul proprio lavoro. E’ il posto ideale per un calciatore, infatti ho scelto Francavilla nonostante avevo richieste di squadre più blasonate. Prima di accettare mi sono informato anche sulla società e tutti me ne hanno parlato più che bene ed infatti, ad oggi posso assicurare che non ci hanno mai fatto mancare niente e di conseguenza posso ritenermi molto soddisfatto per la decisione presa, sperando che Francavilla sia il punto di partenza per me, nel calcio che conta.
A che età ha lasciato casa?
Sono andato via a 14 anni. Non è stato molto facile per me, ne per la mia famiglia perché ero molto piccolo. All’inizio l’ho vissuta molto male, infatti molte volte ritornavo a casa perché non volevo stare lontano, però poi pian piano mi sono abituato e i miei venivo spesso a trovarmi per non farmi sentire tanto la mancanza. A volte la sera quando tornavo dall’allenamento entravo in convitto e mi mettevo a piangere, però sono arrivato qua dove sono adesso con le mie gambe e la mia testa e ringrazio sopratutto la mia famiglia che amo da morire. Inoltre ho due sorelle più grandi con le quali condivido un sentimento molto forte e indissolubile. Ho poi la fortuna di avere anche due bravi cognati e tre nipoti che amo più di ogni cosa. Mi fanno uscire pazzo, però li amo troppo e sono veramente felice di avere una famiglia così.
Ha un sogno nel cassetto?
Il mio sogno è quello di arrivare più in alto possibile, sicuramente in serie A. Bisogna sempre volare basso, con la testa sulle spalle, ma io credo che con il duro lavoro e con tanti sacrifici i sogni si possano realizzare e, spero di riuscirci, anche per la mia famiglia.
Dove giocherà l’anno prossimo Collocolo?
A fine anno devo valutare con il mio procuratore e discutere con il Cosenza quale sarà il mio prossimo futuro. Vedremo, io incrocio le dita e speriamo bene dai! Poi in fondo dovrò costruirmi i mio futuro con l’impegno che non dovrò mai farmi mancare, perché il tutto dipenderà soltanto da me stesso e dalle scelte che prenderò con le persone che mi seguono.
Qual è il suo ruolo preferito?
Amo giocare davanti la difesa come play perché mi piace far girare la squadra, toccare il più possibile il pallone e cercare di recuperalo quando serve. Anche da mezz’ala mi trovo a mio agio perché riesco ad arrivare più facilmente sotto porta con la possibilità di fare qualche goal in più, però rispetto tutte le scelte del mister e cerco di dare il massimo sempre in qualsiasi ruolo.
Si ispira o ha un calciatore preferito?
Mi piace Pogba perché siamo molto simili fisicamente, però io sono io e voglio essere unico.
E’ scaramantico o ha dei rituali prima di una gara?
Prima della partita devo sempre mandare un messaggio a mio padre, così lui mi da l’imbocca al lupo ed io entro in campo più sicuro.
E’ legato ad un numero di maglia?
Il mio numero preferito è l’8, perché è anche il giorno della mia data di nascita. Per fortuna quest’anno ho sempre portato quel numero è sono molto felice per questo.
Come tutti i calciatori avrà anche lei dei profili social!
Si ho due profili, uno su Instagram e l’altro su Facebook.
Come la vogliamo chiudere questa intervista?
Con una ragazza che ho conosciuto a Cosenza e con la quale sono fidanzato da un anno e cinque mesi. Ci siamo incontrati quattro anni fa a scuola dove condividevamo la stessa classe. Pian piano ci siamo sempre più avvicinati e, durante l’ultimo anno, è scoppiata la scintilla. Adesso con la distanza si fa un bel po’ di fatica a stare lontani, però lei viene spesso a trovarmi sia a Francavilla che a Taranto. Siamo molto uniti, la amo tantissimo. Entrambe le famiglie ci sostengono e sono felici per noi e, anche questo è fondamentale per noi. Che dire, spero di continuare con lei questo mio percorso, anche perché ha la capacità di riuscire a trasmettermi una tranquillità che solo attraverso lei riesco a percepire e niente, l’augurio è quello di non lasciarci mai.
Carlino La Grotta
foto di Demia Gioia
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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