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1/12/2021 - Ultimo lotto Bradanica, domani alle 11.30 l’apertura al traffico | Come annunciato nei giorni scorsi verrà aperto domani, 2 dicembre, l’ultimo lotto “La Martella” della strada Statale “Bradanica”.
L’apertura al traffico è in programma alle ore 11.30 al km 135 lato La Martella.
Sarà presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Donatella Merra. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come direbbe Papa Francesco, alimentando ingiustizie sociali scortica la pelle di tanta povera gente, mortifica il futuro di popoli interi e arma i poveri gli uni contro gli altri.
Bisogna parlare di p...-->continua
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INFORMAZIONI
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Superfice:
96,61 Kmq
Popolazione: 7.182
Numero Abitazioni : 3.123
Numero famiglie: 2.301
Prefisso Telefonico : 0973
C.A.P.: 85038
Il comune di Senise ha
fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 7.316
abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione
pari a 7.182 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una
variazione percentuale di abitanti pari al -1,83%.
Ultimi dati occupazionali (
riferimento 2008):
Risultano insistere sul territorio del comune 125 attività industriali
con 428 addetti pari al 30,95% della forza lavoro occupata, 203 attività
di servizio con 328 addetti pari al 23,72% della forza lavoro occupata,
altre 138 attività di servizio con 331 addetti pari al 23,93% della
forza lavoro occupata e 21 attività amministrative con 296 addetti pari
al 21,40% della forza lavoro occupata.
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STORIA
L’abitato è situato sulla sponda sinistra del Serrapotamo,
esposto a mezzogiorno,ed è disteso su uno sprone collinare. L’origine è
incerta; sul nome sono state fatte diverse ipotesi, ma la più attendibile è
quella del De Grazia che lo fa derivare dal fiume Siris, detto anche Sinis,
così come nel ‘500 era stato affermato dalla poetessa Isabella Morra: “…terra
cha da te (Sinni) deriva il nome”. Fra il ‘400 e il ‘500 Senise
visse forse il periodo più turbolento e relativamente ai tempi, il più bello
e più glorioso della sua storia. Già da tempo, signori di Senise erano i
Sanseverino di Chiaromonte, appartenenti a una delle più nobili famiglie del
meridione e dell’Italia intera. Luca Sanseverino fu creato da re Ferdinando
di Aragona e fu il primo a portare questo titolo.
Egli ebbe un particolare affetto per Senise ove si serviva,
come fiduciario di un suo funzionario di nome Sansone o Sassone, cui diede
in moglie la nobile Rita Favale della terra di Favale, attuale Valsinni.
Molto più noto di Luca fu il figlio Girolamo, principe di Bisignano e conte
di Chiaromonte, il quale nel 1469 aveva allargato i suoi domini comprendendo
i feudi di Lauria e di San Chirico. Seguendo la tradizione della famiglia,
fu nemico degli Aragonesi e filoangioino e fu lui, che nel 1481, diede
corpo, nel castello di Miglionico, alla “congiura dei Baroni”, fallita la
quale perì come tanti altri signori nei sotterranei del Maschio Angioino. La
famiglia corse il pericolo di estinguersi totalmente, se non fosse stata
l’accortezza e il coraggio della moglie di Girolamo, Giovannelle Gaetani
che, consigliata e aiutata da una nobile senisese riuscì a fuggire con i
suoi bambini verso Roma. La fuga avventurosa è narrata nell’ultimo libro, il
terzo, della congiura dei Baroni di Camillo Porzio ed è ricordata da
Benedetto Croce nel suo volume sulle “Storie e leggende napoletane”.
Giovannella appena arrivata in Francia, insieme ai Sanseverino di Salerno,
incoraggiò Carlo VIII a conquistare il regno di Napoli.
E con il Re di Francia tornò il figlio di Giovannella,
Bernardino ormai adulto e reintegrato nei suoi possedimenti da Carlo VIII.
Bernardino nel suo soggiorno nel Regno di Napoli risiedette a Senise per il
quale, diceva di coltivare “sentimenti d’amore, di predilezione e di
gratitudine, anche per l’amenità e ubertà dei suoi frutti”. Senise
divenne, allora per la sua posizione strategica fra Calabria, Basilicata e
Puglia il “punto centrale degli stati dei Sanseverino”, pure essendo
Bisignano, in Calabria, la città che dava ai Sanseverino il titolo ufficiale
di “Principi di Bisignano” e pur essendo Chiaromonte il centro che assegnava
il nome alla contea di cui Senise stessa faceva parte. Nel 1806 Senise fu
occupata dai Francesi. Nel risorgimento fu sede del Circolo Costituzionale
che ebbe come promotori e come animatori Nicola Sole e Nicola Marcone. Nel
1860 fu istituito il Terzo Centro Rivoluzionario del Lagonegrese, e da
Senise partì la colonna di trecento patrioti, comandata da Aquilante
Persiani, che si diresse prima a Potenza e poi nella Valle del Mercure per
andare incontro a Garibaldi. Il centro storico conserva soltanto qualcosa
del ricco patrimonio artistico che gli avi avevano saputo creare, e che è
andato inesorabilmente in rovina per incuria e per il logorio del tempo.
Caratterizzato da gradinate e da piccole stradine, attraverso le quali,
oltre ad ammirare gli antichi portali in pietra dei palazzi nobiliari
(Barletta, Donnaperna, Guerriero, Marcone, Sole), si giunge all’imponente
Castello con torri e merlature, costruito nel 1200 ma rifatto nel 1400; Il
Convento dei Minori, fatto costruire intorno al 1270 da Margherita di
Chiaromonte, dove ancora oggi è visibile la porta che immetteva al chiostro
e su cui vi è un affresco raffigurante Cristo in Croce, opera del pittore
Nicola De Nohac, risalente al 1513; le pareti dei corridoi con gli affreschi
rappresentanti scene della vita di S. Francesco;
la chiesa S. Maria degli Angeli, , risale al XIII sec. con
l’artistico portale a ogiva e con il grande polittico sull’altare maggiore
del 1523, opera di Fra Simone da Firenze, restaurato nel 1935. Nella stessa
chiesa si conservano un crocifisso ligneo del 1300, il coro con 34 stalli
intagliati e intarsiati, fatto costruire nel 1550 a proprie spese per
devozione da Luciano Paolino; a destra, entrando nel coro, si trovano
scolpite su pannelli due fiaccole (simbolo della vita) e un pavone (simbolo
della vanità). Restano i ruderi del convento dei Cappuccini ( con 15 celle),
fatto costruire dall’Università e donato all’Ordine con l’annessa chiesa
dedicata a S. Chiara, del XVI sec., da poco riconsacrata, dopo una accurata
ristrutturazione; la chiesa Madre sotto il titolo di S. Maria della
Visitazione, con alto campanile in cui sono collocate tre grosse campane.
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