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La voce della Politica

Bolognetti: domani sarò a Melfi per chiedere il blocco delle attività di Fenice

11/04/2014

La vicenda Fenice, di cui a lungo mi sono occupato, assurge ad emblema di quel “Caso Basilicata” che ho, tra l’altro, provato a raccontare attraverso i due volumi pubblicati grazie alla Reality Book.
Sabato interverrò alla manifestazione organizzata dal “Comitato Diritto alla Salute” di Lavello per chiedere - una volta di più e dopo quanto ebbi a denunciare nel 2009 - che l’inceneritore Fenice venga spento. Ci sarò, ci saremo, per chiedere indagini epidemiologiche e un’indagine chimico-biologica che accerti - cosa che appare più che probabile - se i veleni, con i quali Fenice-Edf ha contaminato per oltre due lustri tutte le matrici ambientali, siano entrati nel ciclo alimentare.
L’Associazione Radicali Lucani ha aderito alla manifestazione convocata dal “Gruppo di Coordinamento Vulture-Melfese-Alto-Bradano” per difendere il diritto alla vita e la vita del diritto, nella consapevolezza che la strage di legalità si fa inevitabilmente strage di popoli e di vite.
Ci saremo per porre una domanda: cosa hanno di produttivo attività dagli altissimi costi ambientali e sociali?
La risposta è: nulla. Esse possono essere considerate produttive solo grazie al fatto che un parametro come il PIL non considera i costi di cui sopra.
Provando ad andare oltre e al di là della manifestazione di Melfi, ritengo sia giunto il momento per porre al centro di una seria iniziativa ecologista la questione dei “limiti dello sviluppo”.
Occorre ripartire dal “Club di Roma” e da un documento pubblicato nel 1972 da alcuni ricercatori del Mit di Boston, intitolato “The limits to growt”.
Occorre concentrare il dibattito sulle conseguenze teoriche e pratiche di un modello di sviluppo incentrato sulla crescita economica infinita a fronte di un pianeta dalle risorse finite.
Ogni anno l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui si considerano esaurite le risorse rinnovabili che il pianeta è in grado di rigenerare, arriva sempre prima. Eppure di questo “spread ecologico”, nonostante gli avvertimenti che arrivano puntualmente dagli scienziati dell’IPCC(International Panel On Climate Change), nessuno vuole parlarne.
L’ecocidio planetario per la cicala umana sembra essere cosa lontana, anche se siamo pericolosamente vicini al baratro.
Nel recarmi a Melfi per sostenere l’iniziativa degli amici ambientalisti del Vulture, porterò con me una frase di Aurelio Peccei, che nel non lontano 1981 scriveva: “L’avvenire non è più quello che sarebbe potuto essere se gli uomini avessero saputo utilizzare meglio i loro cervelli e le loro opportunità. Ma può ancora essere quello che essi possono ragionevolmente volere”.

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni



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