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Beatrice Niccolai, "l'ultima poetessa del 900" |
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9/05/2011 | Nel volume “Tempi di versi – pagine di poesia italiana 1900 -2009” a cura delle docenti universitarie Valentina Russi, Lucinda Spera e Lucia Strappini per Guerra Edizioni, (edizione del 2010) Beatrice Niccolai è menzionata quale ultima poetessa del ‘900, colei che chiude l’ultimo periodo preso in analisi appunto dalle tre docenti che hanno analizzato la poesia nel corso del tempo.
Nel periodo dal 1989 al 2009 contraddistinto storicamente dal crollo del muro di Berlino, dalle devastanti guerre dei Balcani, dal crollo definitivo della “prima Repubblica italiana” con l’inchiesta “mani pulite”. E’ il periodo che segna i cambiamenti epocali nonché il primo periodo che avanza l’idea di una globalizzazione intesa come l’affermarsi di un sistema di scambi economici, politici e culturali.
E’ il primo periodo in cui l’Italia si confronta con l’essere diventata terra d’immigrazione e confrontarsi così con etnie, culture e tradizioni diverse. Con le diverse problematiche con cui l’Italia andava confrontandosi, veniva meno il modo, i termini o il linguaggio stesso di un espressionismo culturale.
In un contesto in cui anche il linguaggio subiva un linciaggio dovuto alle nuove tecnologie (basti pensare al linguaggio televisivo o a quello più devastante dei telefonini e in una mediocrità crescente) e sempre meno stimolata dai contenuti che nei decenni precedenti sono stati stimolatori di pensiero e di cultura, l’avvento di internet e di un nuovo modo di comunicare, ecco, in questo contesto non è possibile non notare la poetica di Beatrice Niccolai che non si definisce poetessa, piuttosto “manovale di parole” e che scrive le sue liriche prima sul suo blog e poi nella carta stampata. Blog con cui interagisce coi lettori e in cui crea nella sua poesia un felice connubio tra semplicità lessicale e raffinatezza dei messaggi.
2006, “Sans papier – reato d’esistenza di una buona a nulla”, Ennepilibri
2008, “Gramigna”, Ennepilibri
2010, “Fuorivena”, Edizioni l’Immagine
2011, Fuorivena, stampato in proprio
In corso di preparazione un libro d’arte e poesia curato da Giuliano Grittini, fotografo di Alda Merini.
Hanno detto di Beatrice Niccolai:
Franco Battiato – “Beatrice, volare così in alto da afferrare la preda ambita senza luoghi comuni né vane parole”.
Il Messaggero – “E’ una delle più potenti nuove voci della poesia italiana”
Pino Roveredo - “Ha le mani baciate da Dio”
Silvano Agosti –"Alda Merini e E.Dickinson sono le personalità poetiche più vicine a questa straordinaria poetessa"
Silvano Agosti e alcuni giornali la annoverano come l’erede naturale di Alda Merini.
Per Palabra en el mundo
Pezzo portante della serata dedicata alla Pace sarà la poesia “Le nostre donne” già adoperata dal Comune di Venezia nel 2007 per aprire le attività culturali intorno alle donne nel mese di marzo.
Lo stesso pezzo fu adottato da alcune artiste italo brasiliane in una mostra d’arte a Rio de Janeiro. (2009)
Tratto da “le nostre donne”, una frase che avrebbe dato titolo ad un concorso letterario all’interno dell’università per Stranieri di Siena. (2010).
Le nostre donne
Le nostre donne siamo noi
e tutto quello che ci contiene
ha odore di biancheria lavata a mano
nello scrittoio dei segreti
Le nostre donne sono girasoli in fiore
nella battaglia dei giorni
e odore di bucato fresco pulito
sempre steso fuori, dopo il calar del sole
Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
sottoscritto con la vita
la tenacia, la dolcezza, gli errori.
Delle nostre donne, io sono l'errante
Le nostre donne
parliamo lingue diverse
alla stessa tavola
ma nell'inguine mai interrotto di Dio
lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
bagnate ognuna d'un colore diverso,
insieme,
le nostre donne formiamo
una bandiera.
Sinergia fra parola recitata, parola narrata e la forza del ballo.
Gli elementi che contraddistinguono una serata di poesia da un reading.
Sono ovviamente necessarie le parole lette ed in questo chi meglio di un libero interprete può catturare o interpretare lo stesso sentire delle persone presenti? Dunque ‘interazione fra due voci recitanti.
In questo, la voce narrante che racconta una storia, la storia appunto de “le nostre donne”, nonna, madre e figlia ognuna di una nazionalità diversa dall’altra separate dalla bruttura e l’infamia della guerra e ritrovatesi per forza di amore (la forza che il flamenco sa esprimere, nella sua stessa storia di essere ballo).
Una storia che nasce a Berlino nel ’41 con le radici solide fra Lviv in Ucraina, Berlino in Germania, e prosegue oggi in Mugello in Italia, o forse nelle parole.
La traccia è la stessa della serata “Le nostre donne” ma potrebbe per l’occasione di Palabra en el mundo 2011dedicata alla Pace chiamarsi “e si chiamava Pace”, dedicata appunto a Irene che così fu chiamata in tempo di guerra, come auspicio di Pace.
La serata dovrebbe durare circa 90/100 minuti, dopodiché le persone presenti sono invitate a partecipare per uno scambio ulteriore.
Interventi con le scuole
Interventi preferibilmente suddivisi per fascia di età. Ogni età ha un suo linguaggio e il linguaggio dei ragazzi va rispettato affinchè anche loro riescano a rispettare ciò che gli aiutiamo a capire.
Interventi apparentemente destrutturati ma che mirano a coinvolgere i ragazzi, come spesso succede con loro interventi spontanei.
Lancio di poesia
Come altre volte è successo, dare poesia, far trovare poesia, lanciare poesia è un auspicio di pace, fogli come colombe che non rimarranno a terra, piuttosto verranno prese e conservate dalle persone presenti.
Ovviamente, il lancio deve avvenire da un’altezza verso il basso in un luogo dove le persone già sono avvertite del perché si trovano lì. Raramente la poesia vuole essere invadente o inattesa.
Chi saremo e chi siamo
Nadia Lisanti, coordinatrice evento
Andrea Maurizi, Teatro delle Condizioni Avverse. Attore, tecnico
Lidia Di Girolamo, Teatro delle Condizioni Avverse. Attrice
Monia Ubaldi, flamenco
Beatrice Niccolai
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