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Il Dalai Lama a Giugno in Basilicata |
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17/03/2012 |
| Dalai Lama nella Città della Pace il 25 giugno 2012. Una visita che esplicita il significato di pace e fratellanza del progetto. Intanto sono arrivati i primi ospiti e la Città si allarga al territorio, aprendosi maggiormente al contributo delle istituzioni e all’associazionismo. In questi giorni è in Basilicata il rappresentante di Sua Santità Tseten Samdup Chhoekyapa per predisporre la visita del Dalai Lama che sarà accolto a Scanzano Ionico presso la sede della Città in costruzione ed a Sant’Arcangelo presso le residenze che accolgono i primi rifugiati. Nel corso degli anni Betty Williams, ideatrice del progetto e presidente della Fondazione Città della Pace per i Bambini in Basilicata, ha avuto modo di raccontare al Dalai Lama il suo sogno di costruire un luogo che accogliesse i rifugiati e i profughi, durante i summit dei premi Nobel per la pace ai quali periodicamente si sono incontrati. L’idea ha suscitato il forte interesse del principale punto di riferimento spirituale del buddismo tibetano, che alla fine del 2011 ha chiesto a Betty Williams di visitare la Città della Pace e la regione dove questo piccolo miracolo si stava compiendo.
Una visita importante che esplicita il significato di pace e fratellanza sotteso alla nascita della Città della Pace della Basilicata, che, nel frattempo, sta allargando i confini a chi voglia offrire il suo contributo e sta instaurando nuove sinergie con gli enti locali e le associazioni, per contribuire al miglioramento dell’accoglienza e della crescita dei bambini ospitati.
Con l’arrivo dei primi ospiti nelle abitazioni di Sant’Arcangelo, il progetto di Betty Williams diventa un mosaico dal cuore pulsante a cui negli anni potranno aggiungersi nuovi piccoli tasselli per un percorso lungo e duraturo. L’impegno di Betty Williams e della Regione Basilicata, e in particolare del presidente Vito De Filippo, che hanno sempre creduto nella possibilità di utilizzare in maniera alternativa il territorio individuato dal governo centrale come possibile deposito di scorie radioattive, si è materializzato superando la fase decisionale burocratica amministrativa che ha caratterizzato i primi anni.
Un consuntivo sulle attività, ma soprattutto una panoramica sulle nuove iniziative sono state illustrati oggi in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente De Filippo, Betty Williams e i sindaci di Sant’Arcangelo e Scanzano Jonico, Domenico Esposito e Salvatore Iacobellis.
Due pilastri che hanno eretto il primo piano della Città della Pace. Quello fisico con la ristrutturazione delle sette abitazioni di Sant’Arcangelo acquisite dalla Fondazione Città della Pace e la costruzione del polo a Scanzano Jonico che si conta di completare entro il 2012, e l’azione fattiva della Fondazione che, operativa da gennaio 2011, ha messo in atto azioni coordinate per ottenere gli asset finanziari, logistici ed infrastrutturali indispensabili per l’avvio dell’attività.
Nel mese di febbraio 2012 sono arrivati i primi rifugiati presso le strutture di accoglienza di Sant’Arcangelo ed entro fine marzo si arriverà ad accogliere 10 rifugiati con l’obiettivo di riempire tutti i posti disponibili entro fine anno. La Città della Pace per i Bambini Basilicata ospita dalla fine della scorsa settimana una famiglia composta da tre bambini e tre adulti in fuga dalle aree del Mediterraneo orientale, sconvolte da conflitti e da persecuzioni ormai da lunghissimi anni, ed una giovane donna in attesa di un bimbo proveniente dall’Africa Occidentale. Attualmente, per questo primo gruppo di rifugiati, sono in funzione tutte le attività di accoglienza, tutela ed integrazione previste dal progetto.
Di pari passo la rete organizzativa, giorno dopo giorno, si allarga con l’intenso e fattivo coinvolgimento di chi vive il territorio lucano e sa che, grazie alle quotidiane funzioni svolte, potrebbe offrire un valido supporto alla Città della Pace lucana.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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