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Fuoriuscita di petrolio da oleodotto Viggiano-Taranto |
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11/03/2012 |
| Tecnici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, della Protezione Civile, dell’Eni e del Comune di Bernalda (Matera) “sono al lavoro da questa mattina per accertare le cause che hanno provocato la fuoriuscita di una quantità limitata di petrolio dall’oleodotto che collega Viggiano (Potenza) a Taranto”. Lo ha reso noto l’ufficio stampa della giunta regionale specificando che “la zona interessata è di proprietà dell’Eni e si trova in agro di Bernalda, in località 'Pizzìcà, dove a suo tempo è stato realizzato, in un’area recintata, uno dei pozzetti di verifica per l’ispezione delle valvole di controllo”.
Stamani i Cittadiniattivi di Bernalda avevano segnalato “di essere stati allertati da alcuni agricoltori”, preoccupati per il forte odore di petrolio nell’aria. Nel comunicato è spiegato che “a quanto è stato possibile stabilire da una prima sommaria verifica, da una delle valvole sarebbero fuoriuscite alcune decine di metri cubi di olio che, dopo aver riempito il pozzetto, sono tracimate all’esterno in una zona per fortuna caratterizzata da un terreno fortemente argilloso che ha fatto da serbatoio naturale. Con autobotti messe a disposizione da una società dell’Eni, la Som (Società Oleodotti Meridionali) che fa capo alla raffineria di Taranto, gran parte dell’olio sversato è già stato aspirato”.
“Appresa la notizia il presidente della Regione, Vito De Filippo, che era a Maratea per incontrare il ministro Fabrizio Barca, e l’assessore regionale all’Ambiente, Vilma Mazzocco – è scritto nella nota – si sono mantenuti in continuo contatto con il direttore generale del Dipartimento, Donato Viggiano, il quale si è immediatamente recato sul posto per coordinare, insieme con il vicesindaco di Bernalda, Massimiliano Cospite, i primi interventi di messa in sicurezza dell’area interessata, la cui estensione è poco più grande di un ettaro. Nelle prossime ore sarà convocata una conferenza di servizio per avviare tutte le azioni utili per la caratterizzazione e la bonifica della zona”. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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