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A matera il lavoro assegnato per estrazione |
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6/08/2011 |
| Tutto in pubblico, a sorteggio. C’era bisogno di un tecnico impiantista per affidargli un incarico di consulenza. Dovrà occuparsi della riqualificazione del palazzetto dello sport di via Vena. Allora, prima si è messo mano ad un elenco di professionisti che si è formato a seguito di un avviso pubblico per l’af fidamento dell’incarico di progettazione definitiva dei lavori. E poi, la parola è passata alla dea bendata. Presenti il sindaco, Salvatore Adduce, due assessori, un funzionario comunale, numerosi consiglieri comunali e semplici cittadini, al fine di rendere la procedura ancora più trasparente, 29 nominativi sono stati inseriti in altrettanti bussolotti che, di volta in volta, sono stati raccolti in una scatola di cartone. Subito dopo si è proceduto all’estrazione di tutti i nominativi per costruire una vera e propria graduatoria.
Il primo ad essere stato estratto è Giuseppe Veneziano. Auguri. Ma se il professionista non dovesse essere in possesso dei requisiti richiesti come la laurea o aver svolto nell’ultimo quinquennio servizi analoghi dello stesso importo a quello dei lavori del Palazzetto di via Vena, vale a dire di circa 15mila euro, si procederà all’assegnazione dell’incarico al secondo estratto e così via.
«Riteniamo - afferma Adduce - che questo metodo di trasparenza debba essere ulteriormente rafforzato per allontanare il più possibile ogni ombra di dubbio non solo sulla regolarità delle procedure ma anche sulla necessità di offrire, a tutti i candidati, pari opportunità. In un tempo così complicato di crisi economica non è solo una necessità, ma un obbligo per qualsiasi amministrazione pubblica muoversi in un campo di trasparenza ampio e condiviso». Un metodo già avviato nel 1995 dal sindaco Mario Manfredi che, invece, adottò il criterio della rotazione. Fu così che molti giovani, per la prima volta, si misurarono concretamente e non più a parole con il tema per niente scontato dei lavori pubblici. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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