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Monsignor Nolè su omosessuali e proteste dei giornalisti

20/03/2010



Di seguito riportiamo un articolo pubblicato il 5 marzo 2010 sul sito Pontifex.Roma, che un nostro lettore ci ha segnalato. L'articolo riguarda il vescovo della diocesi di Tursi Lagonegro monsignor Francesco Nolè.

"Certo oggi viviamo una situazione forse peggiore del paganesimo. Almeno loro in qualche cosa credevano. Molti di noi non solo non credono in nulla, ma vivono senza ideali e come se Dio o una legge etica non esistesse": la dura denuncia arriva dal Vescovo di Tursi, Monsignor Francesco Nolé. " Credo che tutti noi uomini di chiesa avremmo la necessità di riscoprirci più rigidi ed attenti ai valori etici, non per fini repressivi, ma di medicina delle anime. Penso che abbiamo qualche volta peccato di omissione e i risultati si vedono. Spesso una condotta da parte nostra che può apparire crudele o cattiva, alla lunga porta ad evangelizzare e curare. E Dio sa di quanta rievangelizzazione abbiamo bisogno". Lei dice che si é smarrito o molto attenuato il senso del paccato: " é una diretta conseguenza dell' aver dimenticato Dio e la sua legge. Lo ripeto, molti di noi vivono come se Dio non esistesse, assenti da ogni scrupolo morale. Basti vedere i fenomeni di corruzione dappertutto, anche nei costumi, non solo in politica". Chi va considerato oggi pubblico peccatore?: " certo, la terminologia é giusta, ma io preferirei per esigenze pastorali chiamarli irregolari. Il giudizio definitivo sul peccato spetta solo a Dio e dunque, pur ribadendo la gravità di certe condotte, evitare la definizione di pubblico peccatore". Chi é allora irregolare?: " chi rinnega apertamente gli insegnamenti della Chiesa e cade in apostasia". Qual é la conseguenza pratica?: " sono esclusi, salvo sincero e reale pentimento consistente in un cambio di vita e di attitudine, dai sacramenti. Ma questa non é una punizione, quanto una medicina pastorale per loro, ma anche per chi li circonda. Se a volte la durezza nel negare può determinare scandalo e allora occorre moderazione, in piccoli centri, un lassismo esagerato, può causare scandalo all' opposto". Lei darebbe la comunione o celebrerebbe il funerale ad un noto camorrista o un omosessuale noto e praticante?: " al camorrista certamente mai e mi sono capitati casi del genere. Si pone nettamente contro Dio. In quanto all'omosessuale, la semplice omosessualità, pur essendo un grave disordine, di per sé stessa non é peccato se vissuta castamente. Lo diventa quando praticata e spesso ancora propagandata". In quel caso?: " bisogna aver coraggio con delicatezza, magari avvisando prima l'interessato o in caso di funerale i parenti, che non si può ammnistrare la comunione o il rito funebre. Magari pregare per la sua anima e questo si deve. Questa esclusione dal funerale non va vista come discriminazione, ma salutare medicina per chi lo ha circondato. Oggi abbiamo bisogno di maggior fermezza e rispetto della disciplina. Sono scelte che costano care, talvolta impopolari, ma alla lunga rendono". Eccellenza, in che modo valuta la marcia dei conduttori Rai che protestavano per la soppressione temporanea causa par condicio di alcuni programmi?: " la giudico infondata ed immorale. Intanto in nessuna azienda é dato modo al dipendente,specie se continua a percepire lo stipendio, di ribellarsi. Poi si tratta di privilegiati che guadagnano fior di milioni al contrario dei proletari che dicono voler difendere. La verità é che per la faziosità sfacciata di uno, Santoro, alla fine pagano tutti".

Bruno Volpe


30 MARZO- L'ufficio stampa della Diocesi smentisce l'intervista di Bruno Volpe (Pontifex.Roma.it) a mons. Nolè

"Si smentisce nella forma e soprattutto nella sostanza l'intervista di mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, apparsa (venerdì 05 marzo 2010) sul portale Pontifex.Roma.it a firma di Bruno Volpe, e poi ripresa da altri periodici e siti online". Lo ha dichiarato in esclusiva a Tursitani.it il responsabile dell'Ufficio stampa diocesano, don Giovanni Lo Pinto che, in data 30 marzo e poi il primo aprile, ha precisato il senso delle affermazioni del Vescovo.

Nei brevi colloqui, abitualmente pacati, sereni e franchi, don Giovanni Lo Pinto, anche direttore editoriale del periodico della Diocesi Dialogo, si è rammaricato "del fraintendimento verificatosi, poiché tono, linguaggio, tempistica e stile sono del tutto estranei e comunque inappropriati, come tutti sanno da sempre, alle modalità e ai contenuti comunicativi di mons. Nolè".

Il presule lucano, dunque, " prende con chiarezza e nettezza le distanze da talune parole e frasi che, sia pure in buona fede e forse originate da un eccesso di sintesi giornalistica, non riflettono il proprio articolato pensiero e ne travisano il suo forte messaggio di ispirata sensibilità ecumenica e pastorale".




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