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Ulderico Pesce scrive a Franco Arminio: 'ad Aliano non si parla di petrolio?'' |
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23/08/2018 |
| Carlo Levi, se fosse esiliato oggi ad Aliano, racconterebbe la bellezza dei calanchi lucani ma anche il petrolio che viene estratto da sotto i calanchi spargendo morte, spopolamento e povertà. L’Eni ha ammesso, pochi mesi fa, di aver “contaminato la terra di Aliano e della Val d’Agri” con 400 tonnellate di petrolio fuoriuscito dai serbatoi; qualche mese fa si è suicidato il capo della sicurezza Griffa, la Procura indaga se si tratta di suicidio oppure di omicidio; le malattie tumorali e cardiovascolari sono aumentate in Val d Agri del 60% in 10 anni; il Centro Olio di Viggiano è stato sequestrato e chiuso per la prima volta, quest’anno, dopo 24 anni; e al Festival di Aliano, diretto da Franco Arminio, un poeta, un festival che funziona molto bene, anche per quest’anno, nel programma, neppure un accenno al tema petrolio! E cos’altro deve succedere per parlarne negli spazi culturali della nostra terra? Chiunque festeggia i calanchi di sopra, ed omette di dire mezza parola sullo scempio che questi assassini stanno facendo delle viscere dei calanchi e di chi ci vive in superficie, è complice del massacro e non lo perdono. Vedere sul programma del festival, il logo dell’ENI e/o della Fondazione Mattei, mi fa venire i brividi. Non li perdono, sono loro i colpevoli principali del tracollo della mia terra. Noi amiamo i paesi vivi e sani, magari meno poetici, e non i paesi spopolati e morti. Ogni anno ho partecipato al Festival di Aliano con un mio spettacolo, a rimborso spese. Ogni anno ho suggerito a Franco Arminio di occuparci del tema petrolio. L’appello è sempre finito nel dimenticatoio. Quest’anno sentivo l’esigenza di raccontare il petrolio lucano. Ne ho parlato a lungo con lo stesso Franco che mi ha risposto che quest’anno voleva rinnovare tutto il reparto artistico. E va bene. Rinnovalo. Ma alla luce di tutte le tragedie petrolifere avvenute nel 2018 in Basilicata gli ho chiesto di inserire il petrolio come tema di una giornata. Niente. Inascoltato. Non posso credere che Arminio abbia la bocca tappata. Non credo sia una persona acquistabile. Nel contempo però, il suo volontario silenzio sul tema, mi offende. Non sopporto che la gente passeggi sui calanchi ignorando ciò che avviene nelle sue viscere. E allora mi rivolgo a tutte le anime libere, compreso Arminio, alle quali chiedo di organizzarsi per far accadere una nuova Scanzano Jonico. Non possiamo più stare fermi. Non possiamo più subire. Non possiamo più tacere. Devono essere proprio gli artisti a condurre questa nuova battaglia che è sociale, ambientale, culturale ed economica.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
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